Roma, 24 novembre 2020 - Di solito il d-day per il cambio di colore della mappa d'Italia ai tempi del Coronavirus (zona rossa, arancione o gialla) è il venerdì. Oggi, martedì, il ministro della Salute Roberto Speranza ha anticipato i tempi e ha firmato un'ordinanza con la quale si rinnovano le misure restrittive relative alla Provincia autonoma di Bolzano e alle Regioni Basilicata, Liguria e Umbria. L'ordinanza è valida fino al 3 dicembre, ferma restando la possibilità di nuova classificazione prevista dal Dpcm del 3 novembre. L'Alto Adige però ha revocato il lockdown totale che prevedeva misure più rigide di quelle previste per le zone rosse. Intanto in Veneto Zaia ha firmato un'ordinanza con un'ulteriore stretta su negozi e ristoranti.
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Per questi territori quindi rimane per il momento invariata la classificazione: la provincia autonoma di Bolzano, l'Alto Adige per intenderci) resta quindi in zona rossa. Mentre Basilicata, Liguria e Umbria rimangono in zona arancione. Entro fine settimana, quando sarà completato il report settimanale dell'Istituo superiore di sanità, Speranza firmerà un altro provvedimento per le regioni che potranno cambiare fascia. Ci si aspetta che Lombardia e Piemonte potranno lasciare la zona rossa e tornare in quella arancione con minori restrizioni quindi (qui l'autocertificazione per gli spostamenti).
L'Alto Adige revoca il lockdown totale
L'Alto Adige comunque dopo lo screening di massa effettuato nei giorni scorsi revoca il lockdown totale, che andava oltre le misure previste per le zone rosse (ecco perchè è possibile adesso revocarle riallineandosi a quelle previste per le zone rosse). Quindi da lunedì 30 novembre riapriranno le attività commerciali, oltre a parrucchieri, barbieri ed estetiste. Dalla stessa data tornano le lezioni in presenza anche per la seconda e terza classe delle scuole medie. Il 4 dicembre apriranno tutte le scuole, come anche bar e ristoranti. Lo ha annunciato il governatore altoatesino Arno Kompatscher. Resta il nodo degli impianti sciistici.
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Il nodo stagione sciistica
Dopo le affermazioni di ieri sera del premier Giuseppe Conte ("Niente vacanze sulla neve") resta il nodo della riapertura o meno degli impianti sciistici per le vacanze di Natale. Il presidente della Provincia autonoma di Bolzano, Arno Kompatscher, oggi dice: "Sapevamo che non avremo una normale stagione sciistica, un altro discorso è invece un rinvio sine die. Serve chiarezza per gli impiantisti come anche per gli albergatori" e ipotizza un'apertura dello sci in una prima fase solo per i locali e quella degli alberghi in un secondo momento. Dal Veneto interviene il governatore Luca Zaia: "Non abbiamo ancora capito gli intendimenti del Cts: se sarà chiusura ci devono essere i ristori e la garanzia che altri Paesi confinanti non aprano altrimenti è una beffa e non è una chiusura perché alcuni confini sono solo virtuali visto che si scia passando da un posto all'altro".
Sul tema interviene anche Federalberghi, Bernabò Bocca, con concetti simili a quelli di Zaia: "Chiudere una stazione sciistica a Natale è come chiudere un albergo al mare a Ferragosto, non voglio entrare nel tema dei protocolli sanitari che non mi competono ma dico solo che, se questa scelta ci deve essere, deve essere europea. Non facciamo i primi della classe, questa Europa serve solo per le sanzioni o anche per avere politiche comuni?".
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Veneto: nuova ordinanza
Introduce misure che guardano al tema degli assembramenti la nuova ordinanza della Regione Veneto contro il contagio da Coronavirus, emessa oggi. "È in linea con la precedente - ha annunciato il presidente Luca Zaia - non siamo in grado di creare allentamenti. Dura fino al 4 dicembre, in tempo per il nuovo Dpcm. Nel frattempo, se potessimo avere un calo dei parametri, potremmo intervenire per un minimo di allentamento soprattutto per le attività che stanno soffrendo. Non aiuta - ha concluso - che sui ristori non ci sia stata data risposta".
In particolare è prevista una stretta sulle presenze nei negozi al dettaglio. In tutti esercizi al dettaglio, fino ai 40 mq. di superficie di vendita può essere presente un cliente; fino ai 250 mq. un cliente ogni 20 mq.; sopra i 250 mq, uno ogni 30. Nelle code di attesa va rispettato il distanziamento di almeno un metro, e il gestore è responsabile del controllo, anche dell'esterno, apponendo all'ingresso strumenti e apparecchi che indichino il numero massimo delle presenze consentite.
Poi c'è una parte che riguarda i ristoranti che dovranno assicurare che i menù siano su supporto digitale o con usa e getta cartaceo. Non è permessa nessuna forma di buffet. Va rispettata inoltre la distanza minima di un metro tra i clienti, e presso ciascun tavolo non potranno esserci più di quattro soggetti non conviventi. La mascherina va usata in ogni spostamento all'interno del locale. Il liquido igienizzante va posto all'entrata, ai tavoli e nei bagni.
La mappa colorata d'Italia
Zona rossa: Piemonte, Lombardia, Calabria, Val d'Aosta, Toscana, Abruzzo, Campania e provincia autonoma di Bolzano.
Zona arancione: Puglia, Sicilia, Basilicata, Liguria, Umbria, Emilia Romagna, Marche e Friuli Venezia Giulia.
Zona gialla: Lazio, Molise, Provincia di Trento, Sardegna, Veneto.