Simone
Arminio
Che fine hanno fatto i sindaci a 5 Stelle? Del Movimento che, fascia tricolore a tracolla e apriscatole in mano, entrava nei mille comuni italiani, col suo codazzo di sostenitori e le dirette streaming, per aprire porte e finestre e cambiare l’aria stantia dei municipi, resta oggi soltanto una vecchia fotografia. È quella che immortala il grillismo nel suo massimo apogeo. 23 giugno 2016: il M5S, che ancora ballava da solo, aveva trionfato alle Amministrative, eleggendo centinaia di consiglieri e conquistando lo scranno più alto in 19 comuni sui 20 sopra i 15mila abitanti in cui si votava. Metropoli come Roma e Torino. Cittadine popolose come Pinerolo, Vimercate, Cattolica, Pisticci, Ginosa, Carbonia, Porto Empedocle, a cui si aggiungevano le già espugnate Livorno e Parma (fu la prima conquista, nel 2012, con Federico Pizzarotti, poi rinnegato). Di quel successo strabiliante rimaneva solo il sindaco di Pinerolo, che ieri ha annunciato le sue dimissioni.
E tutti gli altri? Che fine ha fatto quella classe politica nuova di zecca che avrebbe espresso di lì a breve un esercito di consiglieri regionali, deputati, senatori e ministri, fino al presidente della Camera Roberto Fico e al premier, Giuseppe Conte? Di tutti quei nomi oggi nel dibattito sulle Amministrative non rimane che Conte. Alle prese con un asse col Pd che regge nei quattro capoluoghi di regione e in 13 delle 26 principali città al voto, ma senza nomi grillini. Solo dem e società civile, e tutti gli altri sono desaparecidos. Questioni di coalizione, di opportunità politica, di campo largo? Spiegazioni troppo deboli per resistere alla realtà dei fatti. Che vede il M5S ritirarsi, voto dopo voto, da tutti quei consigli comunali dove – comunque la si pensi – ha scritto la storia politica degli ultimi quindici anni. Salvo poi perdere tutte le roccaforti. Una su tutte Bologna, dove il 16,5% del 2016 si era ristretto in un 3,3% nel 2021. E lasciare tutti gli scranni più illustri: Roma, Torino, Livorno. Restano oggi 6 sindaci di comuni oltre i 15mila abitanti in tutta Italia. E resta il sogno di una classe politica giovane e determinata, che sembrava pronta e invece, evidentemente, non era ancora nata.