Domenica 24 Novembre 2024
MASSIMO SELLERI
Cronaca

Zaki libero, il cardinale Zuppi: "Non vedo l’ora di incontrarlo. Ci abbracceremo da amici"

Il presidente Cei e vescovo di Bologna: il dialogo con l’Egitto adesso può solo migliorare. "Questa vicenda dimostra che le ingiustizie vanno combattute con tenacia ed equilibrio"

Bologna, 21 luglio 2023 – “Vale sempre la pena di lottare contro le ingiustizie". Questo è il commento del cardinale Matteo Zuppi alla notizia della grazia che il presidente egiziano Abdel Fatah al-Sisi ha concesso a Patrick Zaki.

Patrick Zaki, libero, fa il segno della vittoria
Patrick Zaki, libero, fa il segno della vittoria

"La vicenda di Zaki – prosegue l’arcivescovo – ci dimostra che le ingiustizie vanno sempre combattute. Bisogna farlo con tenacia e allo stesso tempo con equilibrio e prudenza, senza scoraggiarsi quando le cose non ci sembra che vadano nel verso giusto o senza accontentarsi di gesti simbolici che spesso vengono usati solo per prendere tempo. Soprattutto bisogna farlo sempre, anche nei casi che sono meno famosi, ma che non sono meno importanti perché riguardano comunque persone che stanno soffrendo".

Matteo Zuppi, presidente della Conferenza episcopale italiana, è nato nel 1955
Matteo Zuppi, presidente della Conferenza episcopale italiana, è nato nel 1955

Cardinale, festeggerà il ritorno di Zaki a Bologna?

"Sono appena rientrato in Italia e non ci siamo sentiti. Sicuramente lo incontrerò, come si incontrerebbero due amici che non si vedono da un po’ di tempo e che hanno un po’ di cose da raccontarsi. In realtà credo che la vera festa per Zaki sia proprio questa: tornare a un quotidiano dove sia possibile frequentare le proprie conoscenze e proseguire i propri studi senza nessun tipo di restrizione. Per chi si è ritrovato senza la libertà non c’è gioia migliore che fare tutto questo".

Perché è diventato così importante il lieto fine di questa storia?

"Perché la grazia che gli è stata concessa ha esaudito il desiderio che tante persone portavano nel cuore. C’è stato un coinvolgimento importante: si è partiti da un gruppo di amici che sono stati capaci di trascinare intere comunità diverse tra di loro le quali si sono messe in moto e hanno sempre tenuto vivo l’interesse su quanto gli stava capitando".

Questo effetto domino l’ha sorpresa?

"Sì, anche se il bene ha spesso un effetto aggregante e duraturo, a differenza del male che non è in grado di costruire una mobilitazione così tenace. L’altra cosa che mi ha stupita è stata la concezione della grazia. Tutti noi eravamo amareggiati quando abbiamo saputo che era stato condannato, ma fortunatamente il sipario su questa vicenda non era ancora sceso e siamo felicissimi per questo epilogo inaspettato".

La concessione lascia supporre che inizierà un dialogo più stretto tra Italia e Egitto?

"Credo che sia il frutto di un dialogo che, è chiaro, può sempre migliorare e questo se succede è un fatto molto positivo. Esiste un rapporto antico tra noi e loro e probabilmente dovremmo rispolverarlo anche perché conoscere la storia ci aiuta sempre a capire il momento che stiamo vivendo".