Roma, 5 gennaio 2025 - La morte presunta di Ylenia Carrisi è stata dichiarata con sentenza del tribunale di Brindisi, era il 1 dicembre 2014. La primogenita di Al Bano e Romina Power era scomparsa da vent’anni, a New Orleans. Quell’atto era stato chiesto dal padre.
La storia per punti
La scomparsa di Ylenia Carrisi
Il 6 gennaio 1994 è la data che compare su NamUs, National Missing and Unidentified Person System, un archivio sterminato che tiene una luce accesa sul mistero di chi svanisce nel nulla. Quello di Ylenia Carrisi dura da 31 anni. Anche se il padre ha sempre ripetuto - e lo ha fatto anche nell’ultima autobiografia, “Il sole dentro” - di non avere più dubbi sulla sua morte, nel fiume Mississippi. Nel corso degli anni la storia ha alimentato tante false piste e fake news.
Le ultime parole di Romina Power su Ylenia
Romina Power parla della figlia scomparsa con grandissimo amore ma anche speranza. Parola che ha evocato anche nell’ultima intervista a Verissimo, quando ha confidato a Silvia Toffanin di essersi raccolta in preghiera in un tempio, in India, per il compleanno di Ylenia, il 29 novembre. Oggi la figlia avrebbe 54 anni. Romina ha anche aggiunto che le piacerebbe pubblicare gli scritti della sua primogenita, “le mancava un esame per laurearsi a Londra e scriveva molto”. Poi però ha ammesso: “Era riservata e non so se le avrebbe fatto piacere”.
"Il viaggio di Yari in Belize”
“La sento vicina, dentro di me, c’è una connessione, c’è sempre speranza”, ha dichiarato. “Non l’ho mai persa e non la perderò mai – ha proseguito -. Quando viaggiavamo insieme, ci scambiavano per sorelle”. Romina Power aveva appena compiuto 19 anni, quando è nata Ylenia, il 29 novembre 1970. Ha poi ricordato che erano vicine “anche come spirito, solo che lei era molto più coraggiosa di me, viaggiava per il mondo da sola”.
Quando è scomparsa, aveva spiegato ai genitori di voler andare in Belize, per scrivere un libro su chi vive per strada. La vita vista dagli ultimi, c’era anche questo nel suo carattere ribelle. E proprio lì era andata a cercarla il fratello Yari. Un giorno, questione di un giorno solo. Perché quando è arrivato, la sorella era appena ripartita per New Orleans.
L’uomo che impersonava la morte
Anche Al Bano riserva alla figlia perduta parole d’amore puro. Il cantante nella sua ultima autobiografia dedica un capitolo alla tappa più dolorosa della sua vita. Scrive: “Penso a mia figlia ogni giorno”. Poi rivela le strane inquietudini vissute nell’ultima estate con Ylenia e tutta la famiglia, quel viaggio in camper nell’’America perduta‘, come avrebbe dovuto titolarsi il film per Mediaset. Ecco la tappa nella cittadina di Espanola, in Nuovo Messico. C’è una specie di processione, con un Cristo in croce. “A un certo punto venne verso di me un tizio che impersonava la Morte, e camminava sui trampoli. Sporse le mani e mi disse: “I get you”. D’istinto, da pugliese, risposi facendo le corna”.
Il racconto dell’ultimo viaggio negli Usa
La tappa finale di quel viaggio era proprio New Orleans. E dopo l’incontro con un musicista di strada, Ylenia disse ai genitori che avrebbe proseguito da sola.
L’ultima telefonata con il padre risale al 1 gennaio 1994, a New Orleans stava per scoccare la mezzanotte del 31 dicembre. Dieci giorni più tardi, arrivò la telefonata del detective Ronald Brink con quella domanda fatale, “vostra figlia sapeva nuotare a dorso?”. Perché il guardiano del molo, sul fiume Mississippi, l’aveva vista tuffarsi e pronunciare una frase che Al Bano riconobbe subito come parole della figlia, “io appartengo alle acque”. Su NamUs poche righe per descrivere la scomparsa. “Vista l’ultima volta a New Orleans. Una donna corrispondente alla sua descrizione è stata vista tuffarsi nel fiume Mississippi e annegare, ma non è mai stato confermato che si trattasse di Ylenia”.