Domenica 8 Settembre 2024
GAETANO FEMIANI
Cronaca

Vedi Napoli (solo) da lontano: porte chiuse allo yacht del patron di Louis Vuitton

Il super-panfilo di Bernard Arnault è troppo lungo: non può entrare nel porto di Mergellina. Irremovibili le autorità: il mezzo (250 milioni di dollari di valore) è lungo 101 metri, 26 in più del consentito

Lo yacht di Arnault

Lo yacht di Arnault

Napoli capitale italiana dell’accoglienza, ma non per i supermiliardari. La città che da mesi allarga le braccia ai turisti, battendo ogni record di presenza, chiude le porte a un paperone del calibro di Bernard Arnault. O meglio, gli impedisce di mettere piede sulla banchina del porto turistico di Mergellina. Motivo? Il suo yacht Symphony è lungo 101 metri. Troppi per approdare a Mergellina dove da quest’anno possono accostarsi solo barche che non superano i 75 metri. Così il “re del lusso“ (è a capo di una multinazionale nel cui portafoglio ci sono brand del calibro di Christian Dior, Bulgari, Fendi, Givenchy, Louis Vuitton, Tiffany, Moët & Chandon, Veuve Clicquot), ha dovuto rinunciare a Napoli.

Dopo aver navigato per tutto venerdì tra le perle del Golfo – prima Capri e poi Ischia – il megayacht si è messo all’ancora al largo di Palazzo Donn’Anna sperando di poter ormeggiare a Mergellina. Macché, semaforo rosso. E l’uomo più ricco della terra – secondo Forbes 2023 , il patrimonio di Arnault è stimato in 221 miliardi di dollari: davanti a Elon Musk, il patron di Tesla, e Jeff Bezos, l’inventore di Amazon – ha dovuto far risalire l’ancora del suo gioiellino (costo 250 milioni di dollari) e riprendere il largo, cercando di spiegare l’accaduto agli ospiti (alcuni anche italiani) che viaggiano con lui nelle otto lussuose cabine disegnate dallo studio Zuretti Interior Designers di Nizza.

Particolarmente dispiaciuta sembra essere stata la moglie di Arnault, Hélène Mercier, una pianista canadese che si esibisce in mezzo mondo e che teneva particolarmente a visitare il teatro San Carlo.

Non è la prima volta che accade un inconveniente di questo tipo. Già in primavera il mancato approdo era toccato a Barry Charles Diller, ex big di Paramount e Fox, marito della stilista belga Diane von Fürstenberg, oggi a capo di Expedia e TripAdvisor, che si è visto negare il porto per il suo tre alberi Eos , il più grande yacht a vela privato al mondo, valore di mercato 150 milioni di dollari. Neanche il suo veliero — lungo 90 metri — secondo il Regolamento che la Capitaneria di Porto, varato proprio quest’anno, poteva per motivi di sicurezza nelle manovre essere accolto nelle acque di Mergellina. L’uno-due ai re Mida che sussurrano ai miliardi, scatena ovviamente la polemica. C’è chi, come l’europarlamentare di Forza Italia, Fulvio Martusciello punta il dito contro l’autorità portuale che non ha ammodernato il porto di Napoli. "Lo scalo di Napoli è stato trasformato in una succursale di quello di Salerno", attacca.

Amareggiato anche il presidente degli industriali di Napoli, Costanzo Jannotti Pecci, per il quale vietare l’approdo ai mega-yacht significa penalizzare tutto l’indotto diportistico. I grandi yacht, secondo Unione Industriali, sono attivatori in grado di generare ricadute, non solo economiche. "In passato l’imbarcazione di Arnault era approdata al molo Luise di Mergellina, ma con un provvedimenti del genere rischiamo di perdere in una stagione alcuni milioni – aggiunge Massimo Luise, l’amministratore del molo –. È un vero peccato non poter nuovamente accogliere ospiti del calibro di Jeff Bezos" (il suo yacht è lungo 127 metri), Jennifer Lopez (85 metri) o Dolce&Gabbana (lungo “solo“ 70 metri ndr ) "che negli anni scorsi sono stati qui con le loro belle barche". A seguito dei megayacht c’è un indotto che vale migliaia e migliaia di euro. Sul Symphony , ad esempio, ci sono 27 uomini di equipaggio e almeno 12-15 ospiti che si fanno scarrozzare con Suv privati, oltre a organizzare – come è successo con Dolce & Gabbana – ricchi party con tanto di chef stellati.