Milano, 27 luglio 2018 - Virus del Nilo Occidentale, la variante 2 si diffonde. L'Italia è al primo posto in Europa con il maggior numero di episodi segnalati (dieci casi in Veneto dall'inizio dell'estate). Trasmesso da zanzare, il virus West Nile risale come direttrice il corso del fiume Po e relativi affluenti, secondo quanto ha stabilito uno studio dell’Università Statale di Milano. Questa nuova malattia proveniente dall’Africa prende il nome (Nilo Occidentale) dal distretto dell’Uganda dove il virus è stato isolato per la prima volta. Uomini, cavalli e altri mammiferi possono essere accidentalmente infettati da zanzare, entrate in contatto con il sangue di uccelli portatori del contagio, che rappresentano il serbatoio del virus. L’infezione umana è asintomatica nell’80% dei casi, ma può causare febbre e in un caso su 150 provoca una infiammazione (meningo-encefalite) spesso putroppo letale, principalmente nei soggetti anziani.
In Europa West Nile era noto per essere stato isolato in animali e in casi umani sporadici, nel 1996 ha scatenato un’epidemia in Romania di cui era risultata responsabile la variante 1 del virus. Poi lo scenario cambia. Nel 2004, per la prima volta fuori dall’Africa, compare una variante dello stesso virus, denominata WNV-2, isolata in uccelli selvatici catturati in Ungheria. La variante 2 si diffonde rapidamente verso sud-est, nella penisola Balcanica e nel Mediterraneo Orientale: otto anni fa provoca una grave epidemia nel Nord della Grecia. Successivamente penetra anche in Italia.
Per la prevenzione della trasmissione dell’agente infettante, in Italia dal 2008 è in atto un piano di sorveglianza che prevede la ricerca sistematica del virus, tra giugno e ottobre, in campioni di zanzare e animali sentinella (uccelli e cavalli). Dopo il suo ingresso in Ungheria nel 2004, si ipotizza che la variante 2 West Nile abbia raggiunto l’Italia dieci anni fa. Dall’Adriatico il virus si sarebbe insinuato nella Valle Padana lungo l’asse del più importante fiume italiano: verso Est raggiungendo il delta del Po, e il Veneto e verso Ovest, penetrando in Lombardia e Piemonte. Nella stagione passata l’epidemia sembra essersi diretta a sud, lungo il corso dei principali affluenti del Po, frequente tappa di uccelli migratori, potenziali serbatoi dell’infezione. l’origine e le modalità di diffusione dell’epidemia del West Nile Virus-2 in Europa sono state messe a fuoco da uno studio del team di Gianguglielmo Zehender, professore presso il Laboratorio di Malattie Infettive dell’Università degli Studi di Milano, in collaborazione con le Università di Padova e Pavia, e gli Istituti Zooprofilattici di Lombardia, Emilia Romagna e Veneto.