Roma, 1 novembre 2023 – C’è la telefonata a Elton John con Vladimir Putin, che portò addirittura lo Zar a scusarsi con l’artista britannico. Oppure quella tra Greta Thunberg e il premier del Canada Justin Trudeau, in cui l’ambientalista lo esorta a lasciare la Nato. Ma c’è anche quella tendenza a fare scherzi che servono gli interessi della Russia, come ha notato il sito indipendente lettone Meduza. Qualcuno li accusa addirittura di far parte dei servizi segreti russi. Ma Vovan e Lexus, gli autori dello scherzo alla premier Meloni, rifiutano sdegnosamente ogni interpretazione politica delle loro gesta. Sono solo dei burloni.
Hanno cominciato unendosi agli scherzi telefonici – che sono durati addirittura vent’anni – a un ex impiegato di un centro informatico. Quando le telefonate, registrate su cassette, sono uscite in un album che ha fatto il giro della Russia l’avvocato Vladimir Aleksandrovich Kuznetsov e il laureato in economia Aleksei Vladimirovich Stolyarov erano già passati alle star dello spettacolo moscovita come Anastasia Volochkova e Filip Kirkorov.
Poi, nel 2014 , la svolta: cominciano a prendere in giro i politici. Cominciano con il presidente della Moldavia Nicolae Timofti fingendosi il politico georgiano Mikheil Saakashvili. Telefonano al generale Kevin McNeely negli Stati Uniti spacciandosi per il ministro degli Esteri ucraino dell’epoca Arsen Avakov e riescono ad ottenere dettagli sulle forniture di armi a Kiev.
L’apice del successo lo raggiungono l’anno dopo, quando riescono a contattare Elton John e si spacciano per il presidente Vladimir Putin e il suo traduttore. Gli dicono che la Russia è pronta ad aprirsi ai diritti degli omosessuale. Il cantautore, ingenuamente, ci crede e scrive un post su Instagram per annunciare al mondo la bella notizia. Alla fine l’addetto stampa di Putin è costretto a smentire la notizia che sta facendo il giro del mondo, e persino lo Zar chiama Elton per scusarsi, definendo comunque "innocui burloni" Vovan e Lexus.
Da allora la lista delle loro vittime somiglia a un’escalation. Tocca a Mikhail Gorbacev, John McCain, Recep Tayyip Erdogan. Nel 2018 chiamano il senatore americano Adam Schiff. Si fingono il presidente del parlamento ucraino e dicono di avere in mano fotografie compromettenti di Donald Trump con una cantante e modella russa di notevole avvenenza.
Poi telefonano anche al principe Harry spacciandosi per Greta Thunberg. L’attivista ambientalista è uno dei loro bersagli preferiti. La usano per contattare Bernie Sanders e Kamala Harris. La falsa Greta sostiene di aver registrato un incontro segreto con Trump in cui il presidente Usa le dice che non raggiungerà mai il suo obiettivo. A settembre è toccato a Meloni con le domande sull’Ucraina. E una domanda resta inevasa: ci sono o ci fanno?