Martedì 13 Agosto 2024
GIOVANNI ROSSI
Cronaca

L’ex deputata Lella Golfo: "Il volley? Un esempio. La mia legge in futuro servirà anche agli uomini"

Tredici anni fa firmò (assieme a Mosca) la norma sulla parità di genere: "Tutela chi è meno rappresentato. Oggi servono più amministratrici delegate"

Roma, 13 agosto 2024 – ”La Nazionale di volley sul podio più alto delle Olimpiadi è un simbolo che racconta cosa possono fare le donne italiane quando hanno la possibilità di esprimersi e mostrare quanto valgono. Quanta tempra. Quanta dedizione. Persino affetto reciproco. È una rivoluzione collettiva: l’Italia del sorpasso femminile nella conquista delle medaglie d’oro olimpiche segna un eclatante punto di svolta".

Lella Golfo, ex deputata del PdL
Lella Golfo, ex deputata del PdL

Lella Golfo, presidente della fondazione ’Marisa Bellisario’, ex deputata del PdL e madre della legge sulle quote di genere nelle società quotate e a controllo pubblico, vive ore di soddisfazione e rinnovato impegno. A poche ore dal sipario parigino, festeggia i 13 anni della legge che porta il suo nome e quello della ex collega Alessia Mosca (politologa già nel Pd ora docente a Sciences Po): l’obbligo delle spa quotate e a controllo pubblico di riservare almeno un terzo dei posti nei CdA al genere meno rappresentato.

Sport ed economia: il legame?

"Lo sport proietta straordinari messaggi di forza. Quando le donne possono competere, sanno raggiungere risultati straordinari. Questo è il messaggio che dalle Olimpiadi si riverbera nella società. Un’iniezione di entusiasmo in un panorama che in tredici anni è già profondamente cambiato, grazie a una legge – la 120/2011 – approvata con voto bipartisan. E guai a chi la chiama legge sulle ’quote rosa’. Perché la legge protegge il genere meno rappresentato. In futuro difenderà anche gli uomini. Anzi, c’è già stato un caso".

Una scommessa vinta?

"Come va di moda dire oggi, e come si potrebbe dire per tanti successi e sorpassi delle nostre azzurre, ’non ci hanno visto arrivare’. Quindici anni fa, morto il femminismo, la questione femminile era sprofondata in una buca. Io presentai per prima la mia proposta e, otto mesi dopo, magari temendo che la mia finisse in Aula, il Pd fece la sua. Bella scelta. Io e la collega Mosca unificammo il testo e dopo un grandissimo lavoro di squadra superammo ogni ostacolo in commissione, battendo l’opposizione delle istituzioni economiche e lo scetticismo di molti colleghi".

Il momento più duro?

"Quando in commissione Finanze arrivò la protesta di Ania, Abi e Confindustria il cui senso era ‘fermate quella pazza’".

Cioè lei?

"Nessuno credeva che esistessero profili professionali femminili in grado di occupare posti di esclusiva maschile. Facemmo girare la novità e subito arrivarono 1.400 curricula. Era un segnale. Da allora è cambiato tutto. In meglio".

Anche la sua legge?

"Sì. Nel 2020 la riserva dei posti in CdA al genere meno rappresentato è aumentata al 40% e poi nel 2021 è stato estesa alle società a controllo pubblico. Così nei CdA delle società quotate la presenza femminile è passata dal 5,6% nel 2008 al 43% nel 2024. Siamo terzi in Europa dopo Francia e Norvegia. E c’è già un 20% di presidenze. Ora vogliamo più donne amministratrici. Il 3% di a.d. è poco. L’iniziativa europea Women on Board mira almeno al 33%".

Le Borse apprezzano?

"Le società soggette alla normativa vedono un miglioramento nella performance economica, con un aumento della produttività del 4-6%. Non solo. Le ricerche mostrano che le imprese quotate con forte rappresentanza femminile nei CdA registrano aumento delle esportazioni e propensione all’internazionalizzazione".

Il recente cambio di statuto di Cassa Depositi e Prestiti per restare nei limiti di legge quali considerazioni suggerisce?

"C’erano troppi candidati uomini di designazione politica, ma con l’allargamento del CdA da 9 a 11, per soddisfare i partiti, le donne sono diventate 5, quindi più del 40%. Un incidente trasformato in successo. Del resto, come fondazione ’Bellisario’ abbiamo immediatamente sollecitato CdP – controllata dal Tesoro – a non commettere errori. E il ministro Giorgetti si è poi fatto apprezzare per un pubblico “peccato mortale“ (autodenuncia sua)".

A cosa si riferisce?

"Alla nomina di Daria Perrotta a Ragioniere generale dello Stato. Ma non è certo un “peccato“ se stavolta entra in ruolo una professionista non ’benedetta’ da Corte dei Conti o Banca d’Italia. Questo Paese deve cambiare".

Grazie alle donne?

"Dobbiamo creare un ’effetto cascata’ che permetta di avanzare in ogni settore. E lo sport in questo è battistrada grazie alla battaglia per ingaggi e montepremi parificati. Dalle atlete alle manager, ogni donna riconosciuta nelle sue capacità è un segnale di indipendenza e autonomia a tutte le donne".

Anche economica?

"Questo è ancora il Paese in cui il 31,2% delle donne dipende dal partner o da un familiare, solo il 58% ha un conto corrente personale, il 12,9% ne ha solo uno cointestato e il 4,8% neppure uno. Se ci sono problemi in famiglia, donne così fragili dove vanno? Anche contro la piaga dei femminicidi servono centri di ospitalità e formazione. Siamo pieni di immobili sequestrati alle mafie. Usiamoli".