Roma, 16 dicembre 2017 - Tornano in Italia le spoglie di Re Vittorio Emanuele III di Savoia, morto in esilio il 28 dicembre di settant'anni fa ad Alessandria d'Egitto, dove è stato, finora, sepolto. La notizia arriva dopo l'annuncio del rientro della salma della regina Elena di Savoia, le cui spoglie sono state trasferite ieri da Montpellier, dove è morta nel 1952 a 79 anni, al Santuario di Vicoforte, vicino a Mondovì, nel Cuneese. E subito scatta la polemica, con tanto di stizzita nota ufficiale di Vittorio Emanuele in cui si esprime tutto il disappunto per il ritorno "in gran segreto" e "a nostra insaputa" della salma della nonna, e soprattutto "senza gli onori duvuti".
IL RIENTRO DEL RE - Re Vittorio Emanuele verrà sepolto nella stessa basilica, accanto alla moglie, comunica il rettore della basilica, don Meo Bessone. La nipote Maria Gabriella di Savoia ha espresso ieri, nel dare l'annuncio del rientro della salma della Regina Elena, "profonda gratitudine al presidente Sergio Mattarella". La salma è stata traslata in gran segreto nel Santuario di Vicoforte, che nelle intenzioni del duca Carlo Emanuele I di Savoia doveva diventare il mausoleo della Casa reale, il luogo destinato alle tombe della famiglia, funzione assunta in seguito dalla basilica di Superga sulla collina torinese.
LA POLEMICA - Non è ancora nota, invece, la data di arrivo delle spoglie di Vittorio Emanuele III, re d'Italia dal 1900 al 1946, quando abdicò in favore del figlio Umberto II. Del rientro in Italia delle spoglie dei sovrani si è iniziato a parlare nel 2011, anno a cui risale la prima richiesta dei famigliari di Casa Savoia. Istanza poi reiterata nel 2013, con la dichiarata disponibilità del vescovo di Mondovì, monsignor Luciano Pacomio. È di ieri, però, la polemica di Vittorio Emanuele, discendente al trono, che ha criticato la sorella Maria Gabriella, per iniziativa della quale è avvenuto il trasferimento. "Non posso non rammaricarmi che tutto ciò sia avvenuto in gran segreto - ha detto -. Giustizia sarà fatta quando tutti i sovrani sepolti in esilio riposeranno nel Pantheon di Roma".
LA NOTA - Molto formale la nota di "S.A.R." (sua altezza reale) il Principe Emanuele Filiberto di Savoia, che chiede la pubblicazione della dichiarazione di S.A.R. il Principe Vittorio Emanuele, Capo della Real Casa di Savoia.
Ecco qui: "Ho appreso, insieme ai membri della mia Casa, con stupore, delle dichiarazioni di mia Sorella la Principessa Maria Gabriella inerenti la traslazione al Santuario di Vicoforte, a nostra insaputa, della Salma di mia Nonna, la Regina Elena. Pur esprimendo apprezzamento al Presidente Sergio Mattarella per la sensibilità dimostrata nei confronti del tema, non posso però non rammaricarmi che tutto ciò sia avvenuto in gran segreto, senza concedere alla Regina d’Italia, Sovrana della Carità Benefica, gli onori dovuti e soprattutto la traslazione al Pantheon di Roma, come abbiamo sempre richiesto e prima di me mio Padre, il Re Umberto II. Ritengo che riportare la Salma della Regina in totale anonimato e in segretezza sia un insulto alla Sua memoria ed a tutto ciò che Ella rappresenta, dall’angelo del terremoto di Messina alla infaticabile crocerossina della Grande Guerra. Sognavamo per questo giorno di festa un epilogo ben diverso: giustizia sarà fatta quando tutti i Sovrani sepolti in esilio riposeranno nel Pantheon di Roma.