Teramo, 24 agosto 2024 – Virus Oropouche, in Italia esistono rischi? Abbiamo rivolto 3 domande ad Alessio Lorusso, veterinario dell’Istituto Zooprofilattico di Teramo, specializzato in virologia.
Chiarisce l’esperto: “In Italia non esiste il vettore principale del virus Oropouche, il Culicoides paraensis”, un piccolo dittero ematofago simile a un moscerino. “Abbiamo invece il Culicoides Imicola, competente per la Bluetongue o lingua blu, che colpisce gli ovini”.
1. Virus Oropouche: in Italia ci sono rischi?
Finora abbiamo avuto casi di virus Oropouche di importazione. Ma il vettore potrebbe arrivare, come è successo per la zanzara tigre, importata sulle navi con gli pneumatici usati? “In teoria sì ma in questo momento mi sento di escluderlo – risponde Lorusso -. E comunque noi facciamo sorveglianza capillare, siamo centro di referenza nazionale per le malattie esotiche degli animali domestici, ogni mese analizziamo le catture degli insetti su tutto il territorio. La situazione è sotto controllo, la sorveglianza entomologica sulle trappole è continua, gestita dagli Istituti zooprofilattici, che costituiscono una rete”.
A questo link dello Zooprofilattico di Teramo le info sul virus in Italia
2. "Il cambiamento climatico facilita la diffusione del virus Oropouche”
Tra i fattori che sicuramente aiutano la proliferazione del virus Orov “c’è il cambiamento climatico – sottolinea l’esperto -. Oggi abbiamo condizioni favorevoli alla diffusione del vettore, il clima ideale per questo Culicoides è un ambiente paludoso, sono le foreste, il serbatoio del virus sono gli uccelli”.
3. Chi arriva in Italia con il virus costituisce un rischio?
Nessun rischio, chiarisce Lo Russo, per chi arriva in Italia con il virus. “Senza vettore, la trasmissione non è possibile – ribadisce l’esperto dello Zooprofilattico -. Questo, è bene ribadirlo, secondo le conoscenze attuali”.