Domenica 21 Luglio 2024
LAURA VALDESI
Cronaca

Violentò un’amica a scuola. Condannati i genitori: "Figlio educato male". Il ministro: verdetto giusto

Lo studente, all’epoca 16enne, trascinò la coetanea nello sgabuzzino dell’istituto. Dopo la sentenza penale arriva quella civile con un risarcimento di 27mila euro. Valditara: i giudici hanno seguito la stessa direzione del nostro ddl sulla condotta.

Violentò un’amica a scuola. Condannati i genitori: "Figlio educato male". Il ministro: verdetto giusto

Violentò un’amica a scuola. Condannati i genitori: "Figlio educato male". Il ministro: verdetto giusto

La violenza sessuale era avvenuta nello sgabuzzino del liceo che entrambi all’epoca frequentavano, 9 anni fa a Siena. Era il marzo 2015. Avevano indagato i carabinieri sui fatti. Profonde le ferite psicologiche riportate dalla ragazzina, 16enne come il suo compagno di scuola. E che solo adesso si stanno lentamente rimarginando.

Dopo il pronunciamento sul caso del tribunale dei minorenni di Firenze nel 2022 è arrivata nel giugno scorso una sentenza civile, emessa dal giudice Massimo Maione Mannamo, per la quantificazione del danno. A seguito della quale sono stati condannati sia il giovane che i suoi genitori a risarcire 27mila euro alla ragazza per i danni patiti. Ritenendo la coppia responsabile di non aver vigilato ed educato correttamente il figlio, all’epoca dei fatti minorenne. Qui il cuore del pronunciamento che si richiama alla cosiddetta "culpa in educando" contenuta nell’articolo 2048 del Codice civile sulla responsabilità di padri e madri per i danni provocati da fatti illeciti compiuti dai figli minori. "Molto importante questa decisione giurisprudenziale che chiama i genitori a rispondere civilmente per violenze gravi commesse dai figli. Va nella stessa direzione della norma contenuta nel ddl sulla #condotta che prevede multe per chi aggredisce gli insegnanti. La scuola e la società devono sempre più fondarsi sulla responsabilità individuale", interviene sulla vicenda il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara.

Quella violenza sessuale, di cui si è occupato il tribunale dei minorenni nel 2022, era stata subito raccontata ai genitori dalla studentessa. Faticoso per lei uscire dall’incubo, erano servite le cure. E i medici le avevano riconosciuto un lungo periodo di inabilità temporanea. Un anno e mezzo. Anche se poi, grazie all’amore dei suoi cari e dei tanti che le sono rimasti vicino, ha lavorato e ricominciato a vivere. Dopo il procedimento penale è stato definito civilmente il risarcimento. Essendo stato chiamato in causa anche il ministero dell’Istruzione e la scuola, oltre al ragazzo e ai suoi genitori, la competenza era dei giudici fiorentini. Che hanno riconosciuto, come detto, 27mila euro alla giovane e non i 100mila richiesti, escludendo la responsabilità del liceo e appunto del ministero.

"Non mi esprimo, né commento il fatto ma rispondo solo in merito al principio perché è sicuramente una sentenza importante che riprende alcuni concetti già espressi dalla Corte di Cassazione in merito alla presunzione di responsabilità dei genitori per ’culpa in educando’ di cui all’articolo 2048 del Codice civile", osserva l’avvocato Michele Cortazzo che assiste la giovane. "Del fatto grave e dell’illecito commesso dal minore – prosegue – risponde in via di presunzione e a titolo risarcitorio anche il genitore laddove non dimostri di aver impartito al figlio un’educazione normalmente idonea, in relazione al suo ambiente e alla sua personalità, ad avviarlo a una corretta vita di relazione, nonché a prevenire un suo comportamento illecito. È onere dei genitori dimostrare di aver assolto il compito di aver fornito al figlio un’educazione tale da consentire un equilibrato sviluppo psico-emotivo improntato al rispetto degli altri".