Mercoledì 27 Novembre 2024
VIVIANA PONCHIA
Cronaca

Brandizzo, il grido della dirigente Vincenza Repaci: "Non avete il nullaosta". Tre telefonate ignorate

La dipendente di Rfi ascoltata per 6 ore dai pm di Ivrea che devono fare luce su quanto accaduto la notte del 30 agosto

Brandizzo (Torino), 6 settembre 2023 – Ha detto di no tre volte: non scendete sui binari, il cantiere non può essere aperto, c’è un ultimo treno che deve passare ed è in ritardo. Non è stata ascoltata. E adesso sui social c’è chi si domanda se il triplice ordine di una giovane donna non sia stato abbastanza autorevole. Vincenza Repaci, 25 anni, professionista scrupolosa in servizio da due dopo il corso di abilitazione ad Alessandria, è il testimone chiave dalla strage di Brandizzo.

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Vincenza Repaci, 25 anni, è la testimone chiave dell'inchiesta sulla strage di Brandizzo
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Per sei ore l’addetta alla sala controllo delle Ferrovie di Chivasso ha raccontato nei dettagli l’orrore della notte del 30 agosto in procura a Ivrea, dopo giorni di ferie per smaltire lo choc. Era al telefono in diretta quando il treno ha travolto i cinque operai della Sigifer. Ha sentito lo schianto: "Un botto, come una bomba". Ha capito che le disposizioni precise date ad Antonio Massa, l’addetto di Rfi che aveva il compito di scortare la squadra di lavoratori, erano cadute nel vuoto. C’è una finestra aperta dopo mezzanotte e prima dell’una e trenta, spiega, quando transiterà l’ultimo convoglio. Ferma, precisa: non potete cominciare. E invece niente, a Brandizzo ignorano i suoi avvertimenti, gli operai scendono comunque sulle rotaie e vengono travolti. La chiamano tutti Enza, è una ragazza con i capelli neri della Valle di Susa. Ovviamente non è indagata, come non lo sono i macchinisti, perché ci sono appunto le tre telefonate a dimostrare con quanto accanimento abbia insistito per fermarli.

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Il compagno e i genitori erano in ansia ad aspettarla fuori dalla procura: "Nostra figlia non c’entra nulla con quello che è successo, ha fatto il suo lavoro. Siamo orgogliosi di come abbia gestito la situazione quella notte". Un commento su Facebook, vicino alla sua foto: "Seppur molto giovane, viene descritta come precisa e appassionata. La sua versione dei fatti è stata registrata anche nei server di Rfi, avvisava Massa in modo chiaro del pericolo. Forse la voce di una giovane donna non è abbastanza autorevole?". Un altro utente scrive: "Perché ho l’orrenda sensazione che se lei non fosse stata così giovane e donna le avrebbero dato ascolto e oggi avremmo 5 morti sul lavoro in meno?". Alle pm Giulia Nicodemi e Valentina Bossi, che coordinano le indagini della polfer, Enza Repaci ha ribadito quanto fosse consapevole della propria responsabilità, descritto le procedure per l’apertura dei cantieri e con quanta forza abbia negato l’autorizzazione. Prima telefonata all’addetto Rfi: "Deve passare un treno in ritardo". Seconda: "Non potete farlo prima di mezzanotte". E l’ultima, drammatica, in cui l’addetto delle ferrovie manifesta qualche dubbio sul ritardo del convoglio merci in arrivo da Alessandria: "Aspetta che chiedo". Ma è tardi, i cinque operai sono già scesi sui binari. Il treno arriva ad alta velocità e li travolge. I due sono ancora al telefono, cade la linea. L’addetto della sala controllo richiama e Antonio Massa le risponde sconvolto: "Sono tutti morti".

Viviana Ponchia