MARISTELLA CARBONIN
CERTO, forse erano tutti a casa con plaid, tisana bollente e rigorosa scorta di fazzoletti. Etciù. In quel caso, l’epidemia sarebbe da studiare. E auguri di pronta guarigione a tutti. Ma l’impressione è che il virus che ha steso quasi l’intero corpo dei vigili della Capitale non sia di quelli che si curano con una pastiglia. È un virus più subdolo. Non segue le stagioni, può colpire anche ad agosto. Si trasmette anche col pensiero. Si chiama irresponsabilità. Nel nostro Paese ha trovato l’humus giusto: dai piccoli uffici ai grandi palazzi, non ne fa questione di metri quadri. Alla fine è quel pezzetto di mela marcia che fermenta nella tasca di molti (troppi) di noi. Stavolta il botto di Capodanno lo hanno fatto i vigili della Capitale. Impegnati da mesi in un lungo braccio di ferro con il Comune, hanno tirato un bel petardo: dovevano essere 900 a vegliare sulla festa romana. Il 31 mattina quelli disponibili erano 165. Assenti gli altri. Chissà se avranno avuto modo di ascoltare, tra un aerosol e l’altro, il discorso di Napolitano. «Dobbiamo bonificare il sottofondo marcio della nostra società», ha detto il Presidente. E ha ribadito la necessità di uno scatto culturale che chiama «in causa tutti per un maggiore impegno». Medici compiacenti compresi. Forse il vaccino è questo.