Lunedì 17 Marzo 2025
CHIARA GABRIELLI
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Cronaca

Vigilessa uccisa, svelato il ‘contratto di sottomissione’ sessuale tra Gualandi e Sofia Stefani

Seconda udienza del processo a carico dell’ex comandante della polizia locale di Anzola, nel contratto si definisce ‘Padrone’. L’avvocato della difesa: “Si tratta solo di un riferimento al libro ‘Cinquanta sfumature di grigio’, è un gioco”. In aula proiettato il video della scena del delitto: la mamma scoppia in lacrime, il padre distoglie lo sguardo

Vigilessa uccisa, svelato il ‘contratto di sottomissione’ sessuale tra Gualandi e Sofia Stefani

Bologna, 17 marzo 2025 – È iniziata alle 9.30 la seconda udienza del processo di primo grado per omicidio volontario aggravato a carico dell'ex comandante della Polizia locale di Anzola dell’Emilia, Giampiero Gualandi, accusato di aver ucciso il 16 maggio 2024 la collega Sofia Stefani, vigilessa di 33 anni, al comando di Anzola dell'Emilia.

Chiesto l'esame dell'imputato. La pm Lucia Russo ha ripercorso i momenti delle settimane precedenti l'omicidio e ha descritto "una fase di assoluta doppiezza" e sottolineato come l'imputato "veniva a trovarsi prigioniero del castello di menzogne da lui costruito".

La pm Lucia Russo e, di spalle, l'ex comandante della Polizia locale di Anzola dell’Emilia, Giampiero Gualandi (FotoSchicchi)
La pm Lucia Russo e, di spalle, l'ex comandante della Polizia locale di Anzola dell’Emilia, Giampiero Gualandi (FotoSchicchi)

Il contratto di sottomissione di natura sessuale

L'avvocato Andrea Speranzoni che assiste i genitori di Sofia Stefani, ha chiesto l'ammissione di una lista di 66 testimoni, oltre a sette produzioni documentali: "Nel contratto di sottomissione sottoscritto il 18 maggio 2023, contenuto in una pennetta USB, tra il Supremo (Gualandi) e la Schiava (Stefani) di chiara natura sessuale, si legge 'Io signore e padrone, mi impegno a dominare l'anima della mia sottomessa, divorandola a mio piacimento".

L'avvocato della difesa, Claudio Benenati, ribatte come questo contratto sia un riferimento al libro - e film - ‘Cinquanta sfumature di grigio’, fenomeno di massa. È un contratto che è un gioco, non si può dare un giudizio sulla vita sessuale degli adulti. Segnalo che dalla copia forense del telefonino della Stefani su ricerca di siti la tematica interessava alla Stefani, per cui presento la copia del contratto di sottomissione. Chiediamo l'esame di tutti i testi in lista".

Un'immagine di Sofia Stefani tratta dai social. La vigilessa è stata uccisa il 16 maggio 2024
Un'immagine di Sofia Stefani tratta dai social. La vigilessa è stata uccisa il 16 maggio 2024

Scontro in aula

È scontro in aula tra l'avvocato Lorenzo Valgimigli (che assiste l'imputato) e la pm Russo. Valgimigli dice che "Qui si sta celebrando un processo penale, e il ragionamento giudiziario è scientifico, il contrario del comune pensiero. Noi avvocati, presidio di legalità, saremo qui a vigilare che il processo si svolga con regole corrette".

La pm Russo ribatte: "Anche io conosco il codice penale, avvocato. Non vedo come possa essere rilevante per la Procura, ad esempio, ascoltare il personale di polizia locale di Guastalla, dove lei era in servizio nel 2022, quindi molto prima dei fatti e addirittura in un'altra provincia, per sapere come abbia risposto ai colleghi in quei frangenti e il suo comportamento all'epoca. Non siamo qui a processare la Stefani, che è al cimitero'.

Le testimonianze

Poi il momento delle testimonianze, la prima deposizione è della vigilessa Catia Bucci, una delle due persone presenti al Comando al momento dell'omicidio. "Ho sentito qualcuno armeggiare nell'armeria, dietro di me - riferisce la testimone -, ricordo che quel giorno arrivavano un sacco di telefonate in ufficio, a volte Gualandi rispondeva a volte no, andava sempre in bagno, parlava spesso al telefono cellulare, andava avanti e indietro, sembrava nervoso".

Riferisce di aver sentito la voce della Stefani in ufficio, "una voce normale, non si sentiva urlare né rumore di colluttazione. Poi ho sentito un colpo". La Bucci e l'altro collega in ufficio si chiedono cosa possa essere, poi "Gualandi ci dice di chiamare il 112, lui era già al telefono con il 118. Ho chiamato, ho detto qualcosa tipo 'C'è stato uno sparo nell'ufficio di Gualandi e c'era la Sofia. La porta era aperta" e poco dopo "ho visto Sofia per terra e sono uscita fuori. Non mi ricordo molto di quei momenti, mi hanno detto che ero stralunata, piangevo, ripetevo 'poverina', non sapevo dove andare".

Nel descrivere Gualandi, rispondendo alla domanda dell'avvocato difensore Benenati, "era molto calmo - riferisce Bucci -, non ha mai avuto un comportamento violento".

"Ho trovato Gualandi chino sulla Stefani”

Dopo la testimonianza di Michele Zampino, l'amministrativo in servizio al Comando il giorno dell'omicidio, è il turno della deposizione del carabiniere Giuseppe Di Pasquale, intervenuto subito dopo il fatto. "Ho trovato Gualandi che stava chino sulla Stefani, aveva le mani sul suo petto. Ci siamo guardati, lui mi ha detto: 'Stavo facendo il massaggio (cardiaco, ndr)'. Poi, ho messo in sicurezza l'arma, allontanandola da lui, ho chiesto cos'è successo ma lui non rispondeva, non parlava. È andato in bagno a lavarsi le mani, che erano sporche di sangue, ma poco". Descrive poi la stanza, come la trovò quel giorno.

Il video della scena del delitto, le lacrime della madre

E in aula viene proiettato il video in cui si mostra la ripresa della scena effettuata dal carabiniere. I genitori di Sofia sono presenti in aula. Quando viene inquadrata Sofia Stefani a terra, il papà distoglie lo sguardo, si prende la testa tra le mani. La mamma si commuove e scoppia a piangere, consolata dal marito e dall'avvocato Andrea Speranzoni.

Interviene anche il luogotenente Luca Ghirelli: "Ho visto una persona esanime a terra in una pozza di sangue. Sono arrivato subito, Bucci era sconvolta, non riusciva ad articolare una frase di senso compiuto. Zampino aveva gli occhi arrossati, fumava nervosamente. I due erano talmente sconvolti che non avevano nemmeno avvisato la loro comandante, in quel momento assente. Gualandi invece era calmo, quell'atteggiamento mi ha sorpreso un po', rispetto al trauma evidente negli altri due".

La telefonata al 118

Poi viene fatta ascoltare la registrazione della telefonata effettuata al 118 da Gualandi. All'inizio fa un sospiro profondo, poi dice: "Abbiamo una ferita molto grave. È partito un colpo e ha colpito al viso la collega", dice Gualandi. L'operatrice del 118 dà istruzioni per effettuare il massaggio cardiaco e guida Gualandi al telefono.

La ricostruzione dei carabinieri

"Faccio questo mestiere da 32 anni e di armi ne ho pulite. Non si può pulire un'arma con il caricatore inserito" Prosegue la testimonianza del luogotenente Ghirelli. "Quella è una cosa che subito non mi è tornata, specie per una persona come l'imputato che ha così tanta esperienza in servizio. Trovare un'arma con una cartuccia inserita contrasta con l'atto della pulizia dell'arma. Una cosa pericolosissima, per lui anche, e figuriamoci per gli altri. Per intenderci, se in quel momento avessi premuto nuovamente il grilletto, avrebbe sparato nuovamente". Tutto è accaduto in tre minuti, poco più poco meno: questa la ricostruzione dei carabinieri, riferita anche oggi in aula ed effettuata tramite l'analisi dei tempi degli spostamenti della Stefani con lo scooter".