Venerdì 10 Gennaio 2025
VIVIANA PONCHIA
Cronaca

Il video di Massimo Segre e Cristina Seymandi: c’era una volta la Torino bene dell’Avvocato

La rottura alto-borghese. Il filmato ha cominciato a girare giorni fa come un gioiello di nicchia della filmografia bulgara

Un frame del video delle nozze saltate

Il capolavoro cinematografico firmato dal banchiere Massimo Segre per lasciare e punire la fidanzata imprenditrice Cristina Seymandi ha cominciato a girare giorni fa come un gioiello di nicchia della filmografia bulgara. Strisciava solo fra la cosiddetta "Torino bene", che in qualche modo si sentiva tirata in causa. Ma che gli è preso? Sono davvero dei nostri? Qualcuno paragonava il gesto subdolo e plateale al femminicidio. Qualcun altro rifletteva che se negli anni rampanti dell’Avvocato ci fosse stato YouTube oggi la mitologia di Villa Frescot andrebbe riscritta.

Ma è l’ambientazione alto-borghese a fare di quel video un’opera prima indimenticabile? Non lo sarebbe se al posto dei due facoltosi nubendi piemontesi ci fosse una coppia di operai di Pomigliano? Sì, perché anche laggiù applaudono al colpo di genio, al suo valore universale.

Dire Torino bene non aggiunge nulla, la definizione ha perso consistenza. Secondo il luogo comune la Torino bene va al Sestriere e ad Alassio, manda i figli a scuola dai gesuiti e almeno uno lo vuole maestro di sci. Abita alla Crocetta o in precollina, è iscritta al Rotary e vota a sinistra. Gli uomini giocano a golf, le donne vanno tutte dallo stesso parrucchiere ma non dicono quale. Torino bene era (è?) quella del potere dei soldi (che non porta in automatico alla superiorità morale e al senso dell’equilibrio né qui né altrove), dei matrimoni intrecciati alle logiche finanziarie.

Era la città rigorosa e scapestrata di Gianni Agnelli ("Andavo a Capri quando le contesse facevano le puttane, ora che le puttane fanno le contesse non mi diverte più"). Di Torino bene si parlava nella Donna della domenica, dove l’architetto Garrone veniva trovato morto con il cranio sfondato da un fallo di pietra. Oggi è un cliché che odora di anni Settanta. Gli uomini giocano a padel, le donne vanno a farsi la piega dai cinesi e si annientano senza ritegno come dappertutto.