Stresa, 17 giugno 2021 - Sulla diffusione del video dello schianto della funivia del Mottarone gli avvocati delle tre persone indagate respingono le accuse e prendono le distanze. E con una nota congiunta firmata dai tre legali, Marcello Perillo (avvocato di Gabriele Tadini), Andrea Da Prato (difensore di Enrico Perocchio) e Pasquale Pantano (che assiste Luigi Nerini) si punta il dito contro "l'accusa certamente diffamatoria se non calunniosa" con cui la Procura di Verbania, in un comunicato dato ieri alla stampa, attribuirebbe a loro, assieme ai propri assistiti, la diffusione del filmato dell'incidente.
"Il comunicato stampa della Procura della Repubblica di Verbania - scrivono i tre avvocati - è condivisibile quanto allo sdegno dovuto all'illegittima circolazione del video che riprende la tragedia della funivia. Tuttavia non possiamo sottacere che tutto il comunicato attribuisce, neppure velatamente, la divulgazione di quelle immagini agli indagati e, per essi, ai loro difensori". I tre avvocati aggiungono che loro "sono gli ultimi ad avere interesse alla diffusione di quel video che, nella sua drammaticità, è sicuramente rappresentativo dell'ipotesi accusatoria". La nota si conclude dicendo che "le difese respingono con forza quell'accusa certamente diffamatoria se non calunniosa ed invitano gli inquirenti, a ristabilire un clima di serena dialettica".
Intanto in mattinata, sulla diffusione del video, si è espresso Garante della privacy con l'invito ai media e agli utenti dei social network "ad astenersi dall'ulteriore diffusione delle immagini e da forme di spettacolarizzazione dell'evento - scrive l'Autorità - che possono solo acuire il dolore dei familiari delle vittime e di quanti erano loro legati. I video, il cui contenuto peraltro non era ancora stato portato a conoscenza degli stessi familiari, poco aggiungono, per quanto riguarda l'informazione dell'opinione pubblica, alla ricostruzione della dinamica del terribile incidente, già ampiamente trattata dai media".
Il Garante "richiama pertanto gli stessi media al rispetto del principio di essenzialità dell'informazione, fissato dalle regole deontologiche in materia di attività giornalistica, e alla salvaguardia della dignità delle persone. L'Autorità lancia un particolare appello a quanti in queste ore stanno postando e condividendo i video sui social network affinché il dolore non diventi strumento per un like in più".