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Franco Franchi accanto alla finestra forzata dai ladri (foto Umicini)
Marina di Pietrasanta (Lucca), 4 gennaio 2015 - Racconta la sua avventura con calma e dovizia di particolari. Non è sotto shock, anche se lui e la sua compagna hanno vissuto pochi ma interminabili minuti da incubo. Sono rimasto freddo e non è la prima volta che mi accade», dice con una voce arzilla che non è certo quella di un uomo di 88 anni.
Franco Franchi non ha esitato a sparare con la sua scacciacani ed è riuscito a mettere in fuga tre ladri, che si è trovato di fronte in piena notte a pochi metri da lui. "Ho vuotato il caricatore, sapendo che era una pistola giocattolo, ma custodisco pure armi vere e avrei avuto voglia di utilizzare anche quelle".
Non è la prima volta che Franchi ha la meglio sui malviventi. Tempo addietro, sempre a Marina di Pietrasanta, con una mossa di karate mise in fuga degli scippatori che volevano derubarlo. Niente male per chi è alla soglia dei 90 anni.
Ma torniamo a ieri notte. Siamo in via Leonardo da Vinci 20 a Tonfano. Vicino ci sono un hotel aperto e una pizzeria, e non siamo in una zona appartata. Lì Franco Franchi, insignito dell’onorificenza di Grand Ufficiale e componente del direttivo nazionale dell’Associazione mutilati di guerra, vive insieme alla sua compagna. Sono le 4,15 quando si sveglia perché sente dei rumori dalla camera vicina, sempre al piano terra.
"Vedo la sagoma di tre uomini. Capirò dopo che avevano rotto la finestra e poi il vetro per entrare in casa. Forse ci volevano narcotizzare o semplicemente svegliare per poi rapinarci: non so se fossero italiani o stranieri". Franchi ha preso la pistola scacciacani, è andato in terrazza, dalla quale si vede la camera, e ha esploso cinque colpi. "La mia compagna tremava – dice Franchi – le ho detto di stare calma e che tutto si sarebbe risolto bene. Uno dei rapinatori si è gettato a terra. Gli altri hanno cercato di ripararsi perché credevano fosse un’arma vera. Poi sono fuggiti saltando il muro di un paio di metri per raggiungere l’auto".
I carabinieri sono arrivati a tempo di record. "Devo ringraziarli – spiega – perché sono stati davvero tempestivi. Io ho armi vere perché sono un appassionato, anche se a causa delle armi sono invalido di guerra: ho un proiettile nella gamba. Sono stato freddo visto che ho preso l’arma giocattolo. Nella concitazione avrei potuto utilizzare le pistole vere e allora si rischiava un finale tragico". Colpisce la lucidità e la forza d’animo di quest’uomo. "Con un pugno e una mossa di karate misi ko uno scippatore, qualche mese fa sempre qui a Tonfano. Non viviamo più in un’isola felice e tranquilla".
E.Sa.