Roma, 14 gennaio 2025 - La Vespa Orientalis sta facendo strage di api in Italia, si stima che abbia distrutto fino a oggi tra i 35mila e i 40mila alveari tra Lazio, Campania e Molise. Inoltre non è una specie aliena, anche se il nome può ingannare, ma è nativa. Negli ultimi anni però ha iniziato a comportarsi come una specie aliena e la colpa va ricercata nei cambiamenti climatici e nelle continue modifiche che stanno interessando gli habitat naturali. Una situazione che ha messo questo calabrone orientale in forte competizione con le api, che scontano così la sua aggressività nel colonizzare nuovi luoghi.
"Pur essendo una specie autoctona in Italia, la Vespa orientalis si sta comportando come se fosse una specie aliena; il suo comportamento verso le api si è modificato in pochi anni, diventando sempre più aggressiva, anche per colpa dei cambiamenti climatici che, in qualche maniera, hanno alterato l'equilibrio ambientale", ha confermato all'ANSA Laura Bortolotti, prima ricercatrice del Crea Agricoltura Ambiente (AA). "A oggi non abbiamo strumenti e tecniche di contrasto specifiche, contrariamente alla Vespa velutina sulla quale c'è una direttiva Europea e un progetto dedicato del Crea, la rete Stopvelutina (www.stopvelutina.it). Il vero problema è che essendo una specie autoctona fino ad ora non è stato possibile inserirla in una black list e proprio per questo siamo in contatto con l'Ispra per mettere a punto una strategia per combatterla".
Un problema non solo per il Sud, infatti la Bortolotti sottolinea che dal 2018 è approdata al Centro-Nord, con avvistamenti in Friuli Venezia Giulia, Toscana, Lazio, Marche, Liguria e Sardegna. Le vespe orientalis stanno crescendo di numero, riversandosi anche nelle città, dove trovano con più facilità il cibo, vedi mercati e bidoni dei rifiuti.
Gli agricoltori sono ricorsi protezioni davanti gli alveari: trappole con esche, telai con fili elettrici scoperti per stordire l'insetto invasore, tutti posizionati in modo da non ferire le api. Il problema però è la scaltrezza delle vespe: "Abbiamo scoperto però che è una specie intelligente, dotata di una certa memoria che presto scopre questi trucchi e li evita".
La Vespa orientalis ha un ciclo di vita che va dalla primavera all'autunno, periodo che si sta sempre più allungando per le temperature miti e insolite. Un calabrone orientale ha anche una certa stazza e può arrivare ai 3 centimetri di lunghezza, e se non bastasse è velenoso. Non punta al miele, ma si mangia le api, catturandole in volo o facendo irruzione negli alveari.
Riccardo Terriaca, segretario generale di Miele in Cooperativa, associazione nazionale alla quale aderiscono le principali associazioni di apicoltori delle tre regioni maggiormente colpite del Centro sud, conosce bene il problema: "È nuova calamità, di fronte alla quale siamo disarmati, non essendo oggi disponibili strumenti e tecniche di contrasto alle aggressioni".
Le conseguenze per la produzione di miele sono catastrofiche, con la moria di api e un progressivo indebolimento degli alveari e il conseguente crollo della produzione di miele, che si accompagna a maggiori costi per soccorrere le api. E anche la rabbia monta davanti all'impotenza della scienza: "E' indispensabile che il mondo della ricerca impegni risorse umane e finanziare per studiare il problema con un approccio pragmatico, per darci delle risposte. Sono a rischio decine di migliaia di alveari e la sostenibilità di centinaia di aziende apistiche". Senza calcolare i rischi per l'uomo che potrebbero derivare dalle punture delle vespe orientalis, sempre più di casa nelle nostre città.