Livorno, 29 novembre 2014 - Dal primo marzo 2015 la gestione delle Acciaierie Lucchini passerà sotto la responsabilità diretta di Cevital. A spiegare i dettagli dell’operazione è Farid Tidjani, consulente in Italia del presidente Issad Rebrab, che fa il punto della situazione con La Nazione. Tidjani, che abita a Novara, è in Italia da più di trent’anni, ha lavorato a lungo ad Ivrea all’Olivetti con ruoli importanti, ha la doppia cittadinanza, algerina e italiana e oltre alla nostra lingua conosce molto bene la realtà del nostro Paese. Lucchini nonostante le difficoltà e la fermata dell’altoforno, è riuscita a mantenere attiva la fabbrica senza interrompere del tutto la produzione. Cosa succederà da qui a marzo? «Mantenere lo stabilimento in funzione è fondamentale, noi vogliamo la continuità produttiva. Dal punto di vista tecnico ora, dopo l’esame del ministero e il sì definitivo, dovremo siglare un contratto preliminare e poi uno definitivo nel quale dovranno essere fissti tutti i particolari e i dettagli dell’operazione che comprende vari aspetti. Saremo veloci, tuttavia servirà tempo fino a circa metà febbraio. Seguiremo la situazione dello stabilimento, non appena sarà sottoscritto il preliminare possiamo ordinare le merci per i laminatoi». Si stanno preparando i bandi per le bonifiche ambientali e il prossimo anno potranno partire i lavori finanziati dallo Stato. Voi siete pronti? «Sì, i finanziamenti previsti sono utili, noi stiamo già preparando il piano per integrare le nostre attività con le bonifiche pubbliche». I forni elettrici previsti dal piano richiedono energia a buon mercato per essere competitivi. Farete una centrale a carbone? «La costruzione di centrali non fa parte delle nostre attività. Se ci sono progetti di altri per noi va bene, a noi basta che la fornitura sia durevole e a prezzi convenienti. Per fare acciaio serve energia e chiediamo solo che sia a prezzi competitivi, pari a quelli delle acciaierie del nord Italia». Ma che tipo di acciaio intendete produrre? «Puntiamo alla qualità. Nel prossimo futuro 5-10 anni, non avrà senso produrre acciaio di fascia bassa perché ci sarebbe troppa concorrenza. Noi intendiamo investire nella ricerca. Vogliamo promuovere a Piombino un centro di ricerca in collaborazione con l’Università di Pisa pensiamo ad acciai speciali, acciai leggeri, elastici, con prestazioni all’avanguardia. Anche prodotti nuovi che ancora non esistono. Non pensiamo più alla crisi, guardiamo avanti verso il futuro». Ma è vero che manterrete tutti i dipendenti attuali? «Sì, lo confermo, ci sarà un confronto normale con i sindacati. Il nostro obiettivo è collaborare con tutti sindacati, istituzioni. Lavorare in pace e serenità nell’interesse di tutti, perché se l’azienda va bene, ne beneficiano tutti».
CronacaVertenza Lucchini, «Cevital operativa dal primo marzo, ecco il piano»