Domenica 8 Settembre 2024
GABRIELE MORONI
Cronaca

Ventenne scomparsa . L’angoscia dei genitori:: "Doveva vedere un ragazzo ma non sappiamo chi sia"

Kimberly manca da lunedì. L’ipotesi è allontanamento volontario. Ma i familiari temono il peggio: "Prima di uscire ci ha detto una bugia" .

Busto Arsizio (Varese)

Quella dell’allontanamento volontario rimane l’ipotesi più accreditata. Solo una ipotesi? Una speranza? Qualcosa più di una speranza, sostenuta da riscontri? Domande. Per ora a interrompere giornate interminabili di attesa e notti di veglia, nella casa di Busto Arsizio non è avvenuta la cosa più attesa: la ricomparsa di Kimberly o almeno un suo segnale diretto, uno qualsiasi. Così da una settimana, da quando Kimberly Bonvissuto è scomparsa. Lo sgomento, l’angoscia, l’interrogarsi di una famiglia, i genitori, Mariano e Graziana Tuccio, la nonna materna, la sorellina di otto anni, le zie. Tutto inevitabilmente amplificato dalla concomitanza con la tragedia di Giulia Cecchettin. E tutti si sforzano di credere che Kimberly non c’è perché sta vivendo giorni felici, "diversi" e che l’attesa di rivederla e riaverla possa terminare presto.

Chi è Kimberly? Una ragazza tranquilla, è uno dei mantra di queste ore, nessuna "fuga" in passato, nessun segnale di disagio, di malessere emerso nei giorni che hanno preceduto la sparizione. Vent’anni, cresciuta sotto la vigilanza affettuosa di nonna Grazia. Molto attaccata alla sorella più piccola. L’istituto alberghiero, qualche lavoretto, la ricerca di una occupazione stabile. Il padre vive a Gela, in Sicilia. Una settimana fa. Lunedì 20 novembre. Le quattro del pomeriggio sono trascorse da dieci minuti quando Kimberly lascia l’appartamento al numero 3 di via Cellini, nel rione dei Frati. Percorre una strada un tempo testimone di vite operose, della solida opulenza bustocca, molta animazione, tanti negozi, oggi più di una saracinesca abbassata da tempo. Prima di uscire ha detto alla madre che vedrà la cugina. Piccola bugia per nascondere un piccolo segreto: un appuntamento con un ragazzo. Una versione concordata con la cugina per assicurarsi la copertura. C’è ancora un contatto, quando la ragazza chiama la mamma per dirle che cenerà fuori e rientrerà verso le 22. Si smaterializza. Quando è chiaro che si tratta di una sparizione, la cugina svela il suo accordo con Kimberly.

Unico bagaglio il cellulare e il caricabatterie, spento da lunedì. All’apparenza Kimberly non ha altro con sé, indumenti di ricambio, un piccolo bagaglio. È sola, il suo metro e 55 di altezza, sotto una cascata di capelli rossi, racchiuso in una tuta grigia, giubbotto Colmar, scarpe nere. La procura di Busto Arsizio, con il pm Susanna Molteni, ha aperto un fascicolo a carico di ignoti. Gli agenti del commissariato hanno vagliato e non smettono di vagliare filmati di telecamere pubbliche e private, chiamate, segnalazioni, oltre ad avere scandagliato il computer e il tablet di Kimberly, rimasti in casa. Due giorni fa un elicottero della polizia si è alzato in volo. Il padre di Kimbery è salito dalla Sicilia. I cronisti hanno raccolto il suo appello accorato. "Kimberly, ti prego, se mi stai ascoltando, accendi il telefono. Chiamaci, facci sapere che stai bene. Stiamo morendo. Qualunque cosa sia successa l’affronteremo e la supereremo insieme. Ma, ti prego, facci sapere come stai: torna a casa". "Stiamo vivendo – ha aggiunto Mariano Bonvissuto – ore devastanti. L’ansia, il non sapere, il non avere sue notizie ci sta logorando". "Siamo terrorizzati – ha detto la madre -. Kimberly non si era mai allontanata senza farci più avere sue notizie". E il ragazzo dell’incontro? Un’ombra. Una delle ombre che resistono nella storia di Kimberly Bonvissuto.