Roma, 8 ottobre 2024 – La variante Covid Xec “ha i sintomi di un’infezione della galassia Omicron. Si manifesta come un’influenza non troppo forte: raffreddore, febbre alta, di solito per un paio di giorni, mal di gola, perdita dell’olfatto e del gusto, come abbiamo già visto in passato. Più breve nella durata, di solito 3-4 giorni, ma più contagiosa. Meno aggressiva sulle vie respiratorie anche se è più facile trasmetterla agli altri. Quindi non si possono escludere focolai”.
Matteo Bassetti, infettivologo e primario al San Martino di Genova, traccia con Quotidiano.net il quadro dell’ultima sotto-variante Covid.
Cosa sapere per punti
I sintomi della variante Xec
Dunque Xec porta soprattutto raffreddore, febbre e mal di gola. Per la sua più alta contagiosità, “non si escludono focolai, quindi più infezioni in contemporanea – è la previsione del professore -. Il virus, in origine, era capace di contagiare 3-4 persone per ogni malato. Con questa sotto-variante possiamo arrivare fino a 7-8 contagi”.
Variante Xec e influenza
La possibilità che si verifichino in contemporanea contagi Covid e influenza può mandare in crisi il sistema e rappresentare una complicazione in più? “Non sarebbe una complicazione se fossimo un paese capace di voltare pagina – è la riflessione di Bassetti -. Perché il Covid 2024 è profondamente diverso dal virus del 2019. E così dev’essere affrontato. Altrimenti, commettiamo un errore clamoroso. Continuiamo a cercarlo con i tamponi e non ci accorgiamo degli altri virus”.
La durata e la contagiosità
La variante Xec manifesta dunque i sintomi per 3-4 giorni, “al massimo può arrivare a cinque - aggiunge Bassetti -. Mentre il Covid superava anche i 10 giorni”. Vero che come sotto-variante “tende ad evadere le difese immunitarie. Ma il virus oggi trova un’importante barriera tra gola e polmoni, tranne che nelle persone gravemente immunodepresse. Mi riferisco in particolare a chi ha un tumore o ha affrontato un trapianto”.
A chi fare il tampone
Il tampone, chiarisce l’infettivologo, “va fatto sicuramente agli immunodepressi sintomatici. Ma non ha invece più alcun senso per i fragili asintomatici. Oggi non abbiamo a disposizione il tampone per l’influenza, l’adenovirus o il metapneumovirus. Sono una marea i virus simili al Covid. Così rischiamo di buttare una rete che pesca un pesce solo e butta via gli altri. La proporzione tra il Covid e gli altri virus è di 10 a 1”.