Venerdì 26 Luglio 2024
FRUZSINA SZIKSZAI
Cronaca

Covid: il rebus di Pirola, la variante con due vecchie mutazioni. “Nessun nesso tra un caso e l’altro”

Il virologo Pregliasco: “Sequenze che risalgono al ceppo di Wuhan e alla Delta. Potrebbe essere più contagiosa”. Nessuna connessione epidemiologica tra i pazienti

Roma, 29 agosto 2023 – “Prepariamoci a quello che sarà un rialzo dei contagi Covid”. E’ il monito del virologo Fabrizio Pregliasco che invita il pubblico a non sottovalutare i rischi legati alle ultime varianti del Coronavirus in ascesa, in particolare la variante Ba.2.86, ribattezzata ‘Pirola dagli esperti. Il docente dell’Università di Milano ricorda che l’ultima ondata ‘importante’ ondata di infezioni risale all’inizio del 2023. “Ormai sappiamo che dopo sei mesi dalla guarigione o dalla vaccinazione c'è un calo della possibilità di protezione  –  aggiunge Pregliasco  –  e così si fanno avanti le continue 'variazioni' sul tema di questo virus”.

Covid: infezioni in aumento (Foto Schicchi)
Covid: infezioni in aumento (Foto Schicchi)

Della variante Pirola non si sa ancora molto, ma ha due mutazioni (su un totale di circa 40) che suscitano particolare preoccupazione nella comunità scientifica. Ba.2.86 “ha delle caratteristiche che non ci piacciono molto”, prosegue l’esperto. “Molte mutazioni, in particolare una che si rifà alla vecchia variante Delta e una addirittura al ceppo ancestrale di Wuhan. Tutto questo fa evidenziare una capacità diffusiva più elevata e la necessità di un monitoraggio”, conclude. Le due mutazioni in questione sono sulla proteina Spike, che svolge una funzione cruciale nelle infezioni e nella risposta immunitaria.

Ma Pirola ha anche altre caratteristiche degne di nota. Ad esempio, a differenza delle altre varianti, manca un nesso epidemiologico tra i vari casi riscontrati nel mondo. A spiegarlo è Massimo Ciccozzi dell’Unità di statistica molecolare e di epidemiologia del Campus Biomedico di Roma. “I casi non sembrano collegati tra loro e con il primo”, aggiunge, fatto ritenuto “di particolare interesse”.

Altra incognita riguarda l’origine della nuova variante. La maggior parte delle varianti in circolazione si è evoluta dalla sottovariante Xbb di Omicron, mentre Pirola si sarebbe sviluppata da un lignaggio molto più vecchio, Omicron Ba.2, che circolava principalmente all’inizio dello scorso anno. Secondo diversi esperti, scrive la rivista Fortune, la Ba.2.86 si è sviluppata in un paziente immunocompromesso con un’infezione a lunga durata. Sono proprio queste infezioni lunghe a dare opportunità al virus di evolversi in continuazione e di sviluppare un alto numero di mutazioni. Con ogni probabilità sono nate così anche le varianti Delta e Omicron.

Ma i sotto-lignaggi provenienti dai pazienti immunocompromessi si diffondono raramente. Il primo caso di Pirola è stato individuato in Israele, quindi quando sono apparsi il secondo e il terzo caso in Danimarca il ‘cacciatore di varianti’ Ryan Hisner è stato colto di sorpresa. Il paziente israeliano non era immunocompromesso, perciò Hisner sapeva che la variante probabilmente aveva già fatto il ‘salto’ da qualcuno con un sistema immunitario debole ad altri con un sistema immunitario normale. “Immaginavo che prima o poi sarebbero comparse delle sequenze, ma quando sono venute fuori in Danimarca sono rimasto davvero sorpreso”.