Roma, 6 maggio 2024 – Il mondo si trova di fronte a un nuovo capitolo nella lunga saga della pandemia di Covid-19. La variante KP.2, una sottovariante di JN.1, sta rapidamente guadagnando terreno negli Stati Uniti e si prevede che diventerà presto la variante dominante anche in Europa. La KP.2 è stata smascherata in quanto ha mostrato una capacità significativa di eludere le risposte immunitarie, suggerendo una maggiore capacità di diffusione rispetto alle varianti precedenti. Negli Stati Uniti, KP.2 è riscontrabile in un caso su quattro dei nuovi casi isolati di Covid-19, con una percentuale che ha raggiunto il 20% nel Regno Unito all’inizio di aprile. Che fare? Ne parliamo con Massimo Andreoni, direttore scientifico Simit, Società italiana malattie infettive e tropicali.
Professore, sembra che la variante KP2 stia rapidamente diventando dominante negli USA e nel Regno Unito. Cosa sanno di certo gli infettivologi al riguardo?
“La variante KP2 sta effettivamente sostituendo la JN1 come dominante. Questo è un fenomeno che abbiamo già osservato in passato con altri avvicendamenti. La KP2 appartiene pur sempre alla grande famiglia Omicron, che circola da più di due anni e continua a generare nuove varianti”.
Qual è la virulenza e l’aggressività di questa nuova variante?
“Al momento, i dati sulla virulenza e l’aggressività della KP2 sono limitati, i primi casi sembrano mostrare un quadro clinico sostanzialmente simile alle varianti precedenti, con febbre, mal di gola e gli altri sintomi che conosciamo. Questo suggerisce che la KP2 potrebbe avere una ridotta aggressività nei confronti dell’essere umano, ma è ancora presto per trarre conclusioni definitive”.
Considerando l'immunità generata dai vaccini e dai precedenti contagi, possiamo dirci protetti nei confronti della KP2?
“Diciamo che, secondo le prime indicazioni, la KP2 potrebbe essere in grado di eludere l’immunità acquisita in occasione di infezioni precedenti o vaccinazioni. Questo è un aspetto che richiede ulteriori analisi, un certo grado di protezione acquisita ce l'abbiamo, ma siamo pur sempre di fronte a una novità”.
Quali sono le indicazioni delle agenzie sanitarie riguardo ai vaccini anticovid?
“Le principali agenzie sanitarie internazionali, in particolare l’OMS, hanno invitato le industrie farmaceutiche a produrre una nuova tipologia di vaccino basata sulla variante JN1. Questo ci aiuterà a difenderci meglio quando saremo in autunno. Si rende necessario, in ogni caso, aggiornare sempre la composizione dei vaccini, seguendo l'evoluzione del fenomeno”.
Come dovremmo comportarci di fronte a questa nuova variante?
“Dobbiamo analizzare attentamente i dati emergenti sulla virulenza e l’aggressività della KP2 perché, anche se la gente sembra non accorgersi, il Covid è ancora tra noi e sta circolando. Quindi è sempre bene continuare a seguire le misure di precauzione standard, curare l'igiene personale specialmente quando siamo in luoghi sovraffollati”.
C’è qualcosa che il pubblico dovrebbe sapere in più?
“Sarebbe utile ricordare che le varianti non sono mai completamente diverse, sotto l’aspetto immunologico, dalle precedenti. Un certo grado di difesa, definita cross-reattività, rimane sempre, e questo ci aiuta a proteggerci contro le forme gravi della malattia”.
Professore, c’è chi pensa che il Covid sia ormai un ricordo del passato. Cosa ne pensa?
“Assolutamente no, il Covid è ancora tra noi. Solo nel 2023, in Italia, sono morte più di diecimila persone a causa del Covid, un numero superiore alle morti per influenza. Questo ci ricorda che la malattia è ancora presente e attiva”.
Qual è la situazione attuale delle vaccinazioni?
“Abbiamo notato che solo il 12% dei soggetti ad alto rischio sono effettivamente coperti sotto tutti gli aspetti, tantissimi altri in qualche modo o si sono dimenticati, o hanno fatto trascorrere troppo tempo dall'ultimo richiamo. È fondamentale che la popolazione fragile e le persone immunocompromesse siano protette”.
Con l’arrivo della nuova variante KP2, come dovrebbe comportarsi la popolazione?
“In vista dell'autunno, consiglierei di monitorare la situazione epidemiologica. Se dovessimo assistere a una impennata dei casi occorrerà correre ai ripari, e chi non si è vaccinato da più di un anno dovrebbe affrettarsi e rivaccinarsi. L'orientamento nelle persone fragili è di vaccinarsi almeno una volta all’anno, mentre quelle a rischio potrebbero farlo ogni sei mesi”.
La variante KP2 è già arrivata in Italia?
“Per ora no, non abbiamo rilevato casi di KP2 in Italia, ma ci aspettiamo che arrivi da un momento all’altro. Il nostro sistema di monitoraggio ci permetterà di annunciare la sua presenza non appena sarà rilevata”.
Quali sono i sintomi della variante e come possiamo curarci?
“I sintomi sembrano simili a quelli delle ondate precedenti, come febbre e mal di gola, ma con meno gravi disturbi neurologici. Per le persone fragili, ci sono antivirali efficaci. Per tutti gli altri, è importante evitare di infettare le persone a rischio e prestare attenzione”.
Dunque, in conclusione, per proteggersi dalla variante KP.2, gli esperti raccomandano di continuare a seguire le linee guida di salute pubblica, l’adozione di mascherine in ambienti sovraffollati e la pratica del distanziamento sociale quando possibile è sempre valida nelle persone a rischio. Inoltre, è fondamentale tenersi aggiornati con le ultime raccomandazioni sui vaccini, poiché potrebbero essere necessari aggiornamenti annuali per far fronte alle nuove varianti. Gli esperti avvertono che la diffusione di KP.2 potrebbe portare a una nuova ondata di contagi durante l’estate, anche se al momento questo fenomeno sembra scongiurato.
La comparsa della variante KP.2 sottolinea l’importanza della vigilanza e dell’adattabilità nella risposta globale al Covid-19. Mentre la comunità scientifica continua a monitorare la situazione, è essenziale che la collettività faccia tesoro dell'esperienza della pandemia, e dei comportamenti utili a limitare il rischio di diffusione del virus.