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Il tavolo sull’Ucraina del summit di Monaco con Volodymyr Zelensky e JD Vance
di Alessandro D’Amato
ROMA
Il vicepresidente Usa JD Vance ha scosso la Conferenza di Monaco. Ha accusato l’Europa di allontanarsi dai valori comuni con l’America e di reprimere la libertà di parola. Ma non è stato l’unico protagonista del summit organizzato in Germania. Volodymyr Zelensky ha espresso la speranza che Donald Trump sostenga Kiev e non Putin, mentre Ursula von der Leyen ha annunciato l’attivazione della clausola di salvaguardia per gli investimenti nella difesa. L’evento, pensato per discutere della guerra in Ucraina, ha finito per certificare la "relazione complicata" tra Stati Uniti e Ue, con i leader europei attoniti di fronte all’intervento di Vance.
VANCE E L’EUROPA
Vance ha sostenuto che la minaccia più grave per l’Europa non è la Russia o la Cina, ma il suo stesso allontanamento dai principi democratici. Ha attaccato le restrizioni alla libertà di parola, citando tribunali che "cancellano elezioni" (riferendosi alla Romania), l’arresto di un uomo in Gran Bretagna per aver protestato davanti a una clinica abortiva e le limitazioni alla campagna contro il Corano in Svezia. Ha inoltre criticato i governi europei per aver fatto pressione sulle piattaforme social per censurare la "cosiddetta disinformazione". Ma il punto più controverso è stato il suo invito ai politici tedeschi a collaborare con l’AfD, definendo antidemocratico il tentativo di escludere alcuni partiti dal potere. "La democrazia si basa sul sacro principio che la voce del popolo conta, non c’è spazio per cordoni sanitari", ha affermato, mentre Elon Musk ha rilanciato il suo discorso con lo slogan "Make Europe Great Again". E a margine della conferenza Vance ha incontrato Alice Weidel, leader dell’Afd.
LE REAZIONI
Sulla guerra in Ucraina, Vance ha parlato di un "accordo ragionevole" con Mosca e ha sottolineato che "c’è un nuovo sceriffo in città", riferendosi a Trump. Tuttavia, la sua dichiarazione sull’AfD ha provocato la dura reazione del ministro della Difesa tedesco Boris Pistorius: "Se ho capito bene, paragona la democrazia europea ai regimi autoritari. Questo non è accettabile". Critiche anche dal premier norvegese Jonas Gahr Store, secondo cui la perdita della libertà di parola in Europa non può essere considerata più grave della minaccia russa e cinese. Kaja Kallas, invece, ha cercato di minimizzare: "Cercano di attaccare briga con noi, ma noi non vogliamo attaccare briga con i nostri amici".
URSULA VON DER LEYEN
Nel suo intervento, von der Leyen ha risposto indirettamente alle preoccupazioni di Vance sulla sicurezza europea, annunciando un aumento degli investimenti pubblici nella difesa con l’esclusione delle spese dal Patto di stabilità. "Siamo passati da 200 miliardi a oltre 320 miliardi di euro all’anno e dobbiamo fare di più", ha dichiarato. Ha anche sottolineato che l’Europa, come gli Stati Uniti, vuole ottenere la pace "attraverso la forza", citando proprio Trump per dimostrare un allineamento strategico con Washington. Il governo italiano ha accolto con favore l’iniziativa, con il ministro della Difesa Guido Crosetto che ha assicurato che "una difesa più forte significa un’Europa più sicura e autorevole".
ZELENSKY
E IL RUOLO DI TRUMP
Zelensky ha rivelato di aver parlato con Trump, che gli ha dato il suo numero di telefono, ma ha avvertito che solo schierandosi apertamente con Kiev l’ex presidente potrà spingere Putin a fermare la guerra. Ha ribadito di essere pronto ai negoziati, ma solo quando ci sarà un piano comune tra Trump e l’Europa. Ha anche toccato il tema delle terre rare e dell’accordo con gli Usa, precisando di non essere disposto a firmare qualsiasi intesa senza discuterne a fondo.