Sabato 7 Settembre 2024
ALESSANDRO D’AMATO
Cronaca

Valditara e l’inizio della scuola: "Tutti i docenti in cattedra fin dalla prima campanella. Il concorso? Bando in autunno"

Il ministro illustra le novità, dal 4+2 negli istituti tecnici al potenziamento dell’italiano per stranieri. "I giornali in classe fondamentali per rendere i ragazzi più consapevoli della realtà"

Giuseppe Valditara ministro dell'Istruzione

Giuseppe Valditara ministro dell'Istruzione

Roma, 7 settembre 2024 – Ministro Valditara, l’anno scolastico inizierà nei prossimi giorni: quali sono le novità per studenti e insegnanti?

"Sono tante. Innanzitutto il 4+2, ovvero la sperimentazione della riforma dell’istruzione tecnico-professionale che parte già quest’anno con 172 scuole e che darà maggiori opportunità formative e lavorative ai giovani. Poi c’è il potenziamento dell’italiano per gli stranieri e l’Agenda Nord che si affianca al potenziamento di Agenda Sud e riguarda alcune scuole delle periferie delle grandi città del centro-nord che hanno tassi di dispersione elevati. Stanziamo 225 milioni che si vanno ad aggiungere ai 325 già impiegati per il recupero formativo in alcune scuole del Mezzogiorno. Debutterà anche il divieto di cellulare per elementari e medie".

Lei ha assicurato che tutte le cattedre saranno coperte sin dal primo giorno. Alcuni sindacati non ci credono.

"Lo confermo. Ho incontrato i direttori degli uffici scolastici regionali, che mi hanno assicurato che sin dal primo giorno di lezione i docenti saranno in cattedra. L’allarmismo sollevato da qualche sindacato e da alcuni esponenti delle opposizioni è del tutto ingiustificato".

Secondo Cisl Scuola il problema del reclutamento è la dipendenza esclusiva dai concorsi, quando sarebbe necessario rendere strutturale l’utilizzo delle Graduatorie Provinciali per le Supplenze (Gps) come canale alternativo. Lei cosa ne pensa?

"Innanzitutto bisogna dire che abbiamo regole fissate dal precedente governo, d’intesa con la Commissione europea, che ci obbligano ad assumere entro il 2026 70mila docenti con i nuovi concorsi. Lo scorso anno abbiamo intanto ottenuto una maggiore flessibilità: la scadenza fissata originariamente era infatti il 2024, senza questa modifica non avremmo potuto assumere per lo scorso anno scolastico 46.000 docenti precari e quest’anno 6.000 idonei dei precedenti concorsi. Ho chiesto al ministro Fitto di avviare una procedura di confronto con la Commissione per ottenere ulteriori elementi di flessibilità, ma ad oggi se non riusciamo ad assumere tutti i 70.000 docenti con i nuovi concorsi entro il 2026 mettiamo a rischio l’ultima rata del Pnrr, ovvero 24 miliardi. Per questo abbiamo privilegiato quel canale".

Il problema del precariato è particolarmente grave per gli insegnanti di sostegno. Cosa sta facendo il ministero?

"I precari fino al 30 giugno e quelli annuali oggi sono 165mila, e non 250mila come raccontato da qualcuno. Diventeranno 155mila a dicembre, quando i concorsi Pnrr si concluderanno. Di questi, va detto, 109mila sono insegnanti di sostegno. Ci sono difficoltà nelle assunzioni perché le università, in particolare quelle del Nord, non li specializzano in numero adeguato rispetto al fabbisogno. I docenti con tre anni di insegnamento di sostegno alle spalle ma senza specializzazione sono 85mila. La legge prevede oggi che per essere assunti occorre essere specializzati. Per questo abbiamo avviato la loro specializzazione con Indire, ente del Ministero deputato in particolare alla formazione del personale della scuola. A quel punto potremo avviare una graduale trasformazione dei posti di organico di fatto in organico di diritto, premessa necessaria per la loro assunzione".

A proposito, quando verrà bandito il nuovo concorso Pnrr? Era previsto per questo autunno.

"Confermo la data: fra ottobre e novembre. Verrà bandito per circa 20mila posti, di cui alcuni anche sul sostegno. Altri 30mila arriveranno con bando nel 2025. Non abbiamo messo a disposizione per le nomine in ruolo di quest’anno tutti i 64mila posti, ma solo 45mila perché altrimenti avremmo esaurito le nostre facoltà assunzionali e a ottobre non avremmo potuto bandire il concorso, rischiando di perdere la rata del Pnrr per l’impossibilità di assumere 70mila vincitori di concorsi Pnrr entro il 2026. Chi amministra la cosa pubblica deve avere senso di responsabilità. Poi c’è il problema degli idonei dei concorsi precedenti. Quelli del 2020 erano stati dimenticati dai precedenti governi. Li abbiamo recuperati noi con il decreto legge 75 del 2023 e saranno tutti progressivamente assunti".

E il rinnovo del contratto della scuola?

"Abbiamo stanziato 3 miliardi, che daranno 160 euro lordi in più al mese ai docenti, che si vanno ad aggiungere ai 124 euro dello scorso anno e all’abbattimento del cuneo fiscale, visto che la gran parte dei docenti ha stipendi che rientrano nel taglio del cuneo. Nell’atto di indirizzo che abbiamo inviato al ministro Zangrillo abbiamo inserito anche il superamento della figura del docente incentivato e la valorizzazione delle figure intermedie come il tutor e l’orientatore".

La Fieg ha lanciato un appello alla politica per difendere il settore dell’informazione in crisi. Cosa può fare la scuola per questo?

"Abbiamo varato insieme al sottosegretario Barachini un decreto per la diffusione di quotidiani e riviste nelle scuole. È un’iniziativa molto importante, così come il Quotidiano in classe, fondamentale per aiutare i ragazzi ad essere consapevoli della realtà che li circonda".

Riccardo, l’autore della strage di Paderno Dugnano, ha detto che vuole sostenere l’esame di riparazione in matematica in carcere.

"Questo è un fatto molto positivo. Quanto accaduto è terribile, ma la scuola può fare tanto per aiutare chi ha sbagliato a ritrovare la giusta strada".