Sabato 31 Agosto 2024
CLAUDIA IOZZELLI
Cronaca

Val Bisenzio in ginocchio. Strade sparite, famiglie isolate: "Al freddo coi bimbi da giorni"

Reportage nei territori toscani, l’urlo degli sfollati: "I risparmi di una vita nell’abitazione, tutto perso". Una sola via è agibile verso Prato

I Comuni di Vaiano, Vernio e Cantagallo, in Val di Bisenzio, territorio del Pratese, colpiti dal maltempo

I Comuni di Vaiano, Vernio e Cantagallo, in Val di Bisenzio, territorio del Pratese, colpiti dal maltempo

Prato, 9 novembre 2023 – Non solo acqua e fango, la Toscana si risveglia fragile anche per le frane. E infatti devastazione è la parola che più corre sulle labbra della gente in Val Bisenzio a Prato: una vallata, quella che si estende a nord della città e che arriva ai confini col Bolognese, in ginocchio dopo l’alluvione. Nemmeno il governatore e commissario Eugenio Giani ha portato, nell’ultimo sopralluogo, parole di speranza: "C’è stato un numero tale di frane che non so quando si potrà ripristinare tutto", ha affermato.

Il territorio che appartiene ai comuni di Vaiano, Vernio e Cantagallo è quello che ha subito di più gli effetti della pioggia eccezionale: qui, oltre agli allagamenti, ci sono state interi pezzi di montagna, intrisi d’acqua, che si sono abbattuti su case e strade, con frane e smottamenti che hanno lasciato isolati interi borghi e che ancora pendono sulla testa" di diverse abitazioni.

Diverse decine gli sfollati, fra coloro che non hanno più una strada per arrivare a casa e quelli con abitazioni messe in pericolo dai movimenti franosi. Molti quelli che hanno deciso di trasferirsi da familiari e amici nella piana per avvicinarsi al posto di lavoro, visti gli innumerevoli problemi di viabilità. Drammatiche le prime ore dopo l’alluvione: "Aiutatemi – scriveva una mamma sulla chat di Migliana – sono isolata, al freddo con una bambina di 5 mesi, sono riuscita a ricaricare il telefono in auto ma non ho più benzina".

Poco distante, in un’altra frazione isolata (Schignano) i cittadini scrivevano sulla chat del paese: "Siamo a 31 ore e mezza senza corrente, è troppo. E non si è visto nessuno. Ci sono anziani e bambini piccoli che non ne possono più di stare al freddo, per non parlare della roba nei frigoriferi da buttare via". Una famiglia invece ha perso la casa, inagibile, perché la montagna si è letteralmente appoggiata sopra: "Abbiamo investito i risparmi di una vita e abbiamo preso un mutuo. Sicuramente non avremo mai i soldi per salvare la casa dalla montagna".

Territorio di frane la Val Bisenzio – basti pensare alla ciclabile Prato-Vaiano, costata milioni di euro, chiusa per ben due volte nello stesso tratto per frane e ancora inutilizzabile – e con una viabilità fragilissima, che ai primi giorni di ripresa ha mostrato subito il suo lato più debole, con code interminabili lungo l’unico collegamento con Prato, la strada regionale 325 interrotta anche nella normalità quasi tutte le settimane, per la disperazione dei tanti pendolari che stanno cercando di mantenere il posto di lavoro. Sulla viabilità principale, gravata anche dalle operazioni di soccorso, da venerdì mattina pesano anche le auto delle frazioni secondarie che prima sceglievano di muoversi tramite quelle che erano considerate le "vie di fuga" per i 20 mila abitanti della Valle. Che adesso non ci sono più (devastato, ma percorribile, lo sbocco sul Mugello, altra terra pesantemente colpita dalle frane).

Per una beffa del destino, poi, chi volesse andare verso il Pistoiese, dalla valle della Limentra, non trova più il ponte sulla provinciale 3, per il cui ripristino si sta lavorando da questa estate. A una settimana dall’alluvione si continuano a pulire case da detriti e dai mobili, mentre le aziende del fondovalle, legate principalmente alla filiera del tessile, ammucchiano merce invendibile davanti ai capannoni inondati. Gli aiuti sono arrivati – anche l’esercito, che in pochi giorni ha ripristinato un collegamento con la frazione di Migliana, rimasta per diverse ore completamente isolata – ma in molti casi non sono stati sufficienti: se nella piana bastavano secchi, pale e idrovore, solo una ruspa – lunedì mattina – ha potuto liberare gli abitanti di Chiusoli rimasti intrappolati nel borgo. Ruspa e i dovuti permessi, per una burocrazia che ha lasciato avviliti anche i soccorritori più motivati.

Proprio grazie al volontariato di vicinato è stato possibile portare assistenza a malati, anziani, disabili e donne incinte e con bambini in fasce che invocavano, inascoltati, aiuto. Non ci sono morti nei tre comuni, ma insieme a fango e montagne di detriti, l’alluvione ha lasciato danni alle case. Si vive di pendolarismo, in Val Bisenzio, verso Prato: c’è il terrore all’idea che l’ennesima frana sull’unica strada rimasta possa isolare 20 mila persone.