Martedì 27 Agosto 2024

Vaiolo delle scimmie: il nuovo ceppo attacca i bambini. Gli studi italiani sui vaccini e sull’evoluzione della malattia

La variante ‘Clade 1’ causa in genere casi più gravi e più decessi. L’Oms lancia un appello: “Ci servono 87,4 milioni di dollari per fermare il virus”

Roma, 27 agosto 2024 – Il vaiolo delle scimmie che si sta diffondendo in queste settimane, soprattutto in Africa, e che ha portato l’Oms ha dichiarare lo stato di emergenza ha un ceppo diverso dall’epidemia a cui abbiamo assistito nel 2022. Si tratta di una variante che colpisce in particolare i bambini e che non è chiaro quanto possa rispondere ai vaccini già disponibili. 

L'Oms ha dichiarato l'emergenza sanitaria internazionale per il virus Mpox
L'Oms ha dichiarato l'emergenza sanitaria internazionale per il virus Mpox

La risposta ai vaccini esistenti

Sta cercando di capire quale sia la riposta del nuovo ceppo ai vaccini un team di ricerca de La Jolla Institute for Immunology (LJI), coordinato da due italiani, il professor Alessandro Sette, co-direttore del Centro per l'innovazione dei vaccini LJI, e la professoressa Alba Grifoni, specializzata in immunologia.

Il ceppo ‘clade 1’ del virus mpox “causa in genere casi più gravi e decessi rispetto al clade 2, inoltre sembra essere più trasmissibile tramite contatto pelle a pelle”, spiega un approfondimento pubblicato sul portale del centro di ricerca. Inoltre il nuovo ceppo “si è diffuso più ampiamente in persone di età inferiore ai 15 anni”, a differenza della variante precedente, che nel 2022 è stata osservata principalmente in uomini che avevano rapporti sessuali con uomini. 

In un precedente studio su Cell Host & Microbe del 2022, Sette e Grifoni hanno scoperto che gli attuali vaccini Jynneos e Modified Vaccinia Ankara (Mva) possono addestrare le cellule T a riconoscere bersagli vulnerabili (chiamati epitopi) sul virus mpox originale. “Ma questi vaccini non stanno limitando la diffusione dell'infezione”, afferma Grifoni.

Non è ancora chiaro quanto questo virus sia diverso dal ceppo del 2022, o dove siano le differenze nelle proteine virali. Quel che è certo è che le sequenze esatte del genoma per il nuovo ceppo di mpox stanno diventando disponibili e saranno presto analizzate. A far ben sperare il fatto che, diversamente dal Sars-Cov-2, l'mpox è un grande virus del Dna, il che significa che è improbabile che muti in molte aree. "Ci aspettiamo che la maggior parte degli epitopi delle cellule T saranno intatti anche nel nuovo ceppo", conclude Sette.

Lo studio sull’evoluzione della malattia 

Un altro team di ricercatori, che coinvolge diversi centri e atenei italiani (dall'Istituto Lazzaro Spallanzani di Roma all'ospedale Sacco di Milano, dal Policlinico San Martino di Genova al Policlinico Paolo Giaccone di Palermo, dal San Raffaele al Niguarda di Milano, e ancora Aorn Ospedali dei Colli di Napoli, San Gerardo di Monza, Policlinico universitario Gemelli di Roma e Fondazione Icona di Milano), ha intanto prodotto uno studio che cerca di capire se esiste un modo per predire la gravità con cui si manifesterà la malattia nelle persone che si infettano con il virus. 

Lo studio italiano è andato in cerca di fattori associati che possano permettere di capire in tempo se il paziente svilupperà una forma grave della malattia e che guidino i medici nelle decisioni di gestione del caso, soprattutto nelle fasi iniziali. Uno dei punti su cui accendono i riflettori gli autori è la carica virale: “Valori elevati nelle vie respiratorie superiori nella prima settimana di infezione”, suggeriscono, sono “un possibile elemento predittivo di grave infezione da Mpox”. Altri aspetti osservati sono che “la razza caucasica e la presentazione con febbre, mal di gola, linfoadenopatia e lesioni perianali potrebbero" anch'essi "predire la grave evoluzione della malattia”.

L’appello dell’Oms

Intanto l’Organizzazione mondiale della sanità, che il 14 agosto scorso ha dichiarato l'emergenza sanitaria pubblica internazionale per il vaiolo delle scimmie, ha annunciato che avrà bisogno “di 87,4 milioni di dollari in 6 mesi, da settembre 2024 a febbraio 2025 per lavorare con i Paesi, i partner e le altre parti impegnate nella missione di fermare e contenere l'attuale epidemia di Mpox”.