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La petroliera Sea Jewel
Roma, 17 febbraio 2025 - Resta un mistero quanto accaduto a bordo della petroliera 'Seajewel' danneggiata allo scafo da un’esplosione sabato notte, tra mezzanotte e l'una, mentre era ormeggiata a poche centinaia di metri da Vado Ligure. All’inizio si era parlato di due esplosioni durante le operazioni di scarico di carburante che avrebbero ‘aperto’ lo scafo della grande nave di 245 metri proveniente dall’Algeria, o di un poco chiaro incidente nelle manovre. La procura di Savona, che ha aperto un'inchiesta per vederci chiaro, non aveva confermato nulla, ma neanche escluso l'ipotesi di uno o più ordigni.
Residuato bellico o attentato?
Ora invece è arrivata la conferma che è stata effettivamente di un’esplosione, causata da un ordigno, ad aprire una falla nello scafo della petroliera Seajewel. Al momento si ipotizza un residuato bellico, anche non sono ancora stati fatti i necessari rilevi per accertarne l'origine e quindi restano aperte anche altre ipotesi. A togliere i dubbi sull'origine dell'esplosione sono stati due particolari: le lamiere della nave piegate verso l'interno e la moria di pesci nell'area circostante la nave. Il danno fortunatamente ha riguardato solo la camera di sicurezza, evitando così lo sversamento di greggio.
Nave fantasma russa? Ci sono i precedenti
La petroliera Seajewel, battente bandiera di Malta, potrebbe fare parte delle navi fantasma della Russia, cosa che dovrà appurare la procura di Savona. La scheda della nave che si trova su siti specializzati non svela di chi è la proprietà, ma cercando nel web si può scoprire che già in passato la nave è stata sospettata di far parte della flotta ombra di Putin. Da un articolo di Ukrainska Pravda del 2024 si scopre che era stata al centro di un'indagine dell'Ufficio europeo antifrode che indagava sulle consegne di petrolio russo attraverso i porti turchi, che non hanno capacità di raffinazione. La Seajewel era una delle petroliere coinvolte: era stata accusata di aver aggirato le sanzioni caricando quell'anno ben 3 volte il petrolio in Russia per portarlo poi in Turchia.