Novi Ligure (Alessandria), 8 dicembre 2017 - Vaccinarsi tutti tutti per salvare un amico. Sembra una storia da libro Cuore quella in arrivo da Novi ligure, dai banchi del liceo linguistico ‘Amaldi’. E invece la penna di Edmondo De Amicis stavolta è rimasta chiusa. È tutto splendidamente vero. A scrivere un’inedita pagina di solidarietà sono stati i ragazzi della V E che hanno scelto di immunizzarsi contro l’influenza per proteggere un compagno di classe che sta lottando contro una grave forma di tumore. Si chiama Simone Dispensa, ha 18 anni e dallo scorso anno è affetto da un osteosarcoma, un carcinoma maligno dell’osso. Il suo sistema immunitario è compromesso dalle terapie alle quali è sottoposto. Risultato, il ragazzo non può vaccinarsi contro l’influenza che, se contratta, potrebbe scatenare nel suo organismo effetti molto pesanti. Come uscirne? La soluzione l’ha pensata e condivisa con gli altri insegnanti, i genitori degli alunni e gli stessi studenti la professoressa di Scienze di Simone, Monica Lupori: vaccinare docenti e compagni di classe del giovane per costituire quel gregge in grado di proteggerlo dal virus. Zero rischi per lui e per gli altri studenti. «Conoscendo l’importanza dell’immunità di gregge, ho avanzato questa proposta che è stata accolta da tutti con grande entusiasmo – spiega l’insegnante –. Per la verità, qualche ragazzo ha avuto inizialmente un po’ di perplessità, anche sull’onda della campagna no-Vax, ma è bastato che parlasse con il suo medico di base per capire l’importanza di immunizzarsi. Se prendiamo l’influenza noi, è un conto, se tocca a Simone, la situazione può essere devastante». La scelta della V E è arrivata alle orecchie del ministro alla Salute, Beatrice Lorenzin, che ha telefonato alla scuola per complimentarsi. «È stato davvero bello, abbiamo parlato con lei in viva voce – ricorda Lupori –. Speriamo a questo punto di condizionare in positivo anche altre classi che si trovano nella nostra situazione». A casa Dispensa intanto sono rimasti tutti sorpresi. Favorevolmente. La mamma di Simone, Katia Labellarte, trattiene a fatica l’emozione. La lotta per la vita di suo figlio non permette di abbassare la guardia, neanche adesso che il ragazzo riesce a entrare in classe. «L’anno scorso Simone ha seguito una serie di terapie lunghe e difficili a Bologna e ha perso quasi tutte le lezioni a Novi – spiega la donna – . Lo seguivano sia gli insegnanti dell’ospedale ‘Rizzoli’, sia quelli del liceo ‘Amaldi’, è stata dura. Adesso i medici lo stanno curando in regime di Day hospital, con trattamenti ogni venti giorni». Gli alti e bassi ci sono sempre, ma il calore degli insegnanti e degli amici di Simone è un antidoto importante per sentirsi meno soli, quando la salita sembra troncare il respiro. «Non ci aspettavamo che si vaccinassero tutti, questo gesto ci riempie di orgoglio», confida la mamma. La battaglia continua... Tutti al fianco di Simone e della sua famiglia.
Cronaca"Noi, tutti vaccinati per Simone". La classe in aiuto dell’amico malato