Martedì 5 Novembre 2024

Vaccini, i presidi: "Senza certificato Asl non si entra a scuola"

I dirigenti dopo un incontro al ministero: "Non è possibile far prevalere la circolare Grillo-Bussetti. Per ora resta in vigore la Legge Lorenzin"

Vaccini, vaccinazioni: foto generica (Newpress)

Vaccini, vaccinazioni: foto generica (Newpress)

Roma, 9 agosto 2018 - Sul fronte sempre caldo della 'guerra' dei vaccini, mentre il premier Giuseppe Conte garantisce di aver fatto vaccinare suo figlio, entra di prepotenza l'Associazione Nazionale dei Presidi. Freschi di un primo incontro al ministero della Salute con il capo di gabinetto, i presidi lanciano un avvertimento-bomba: a settempre non si entra a scuola senza il certificato dell'Asl

"Allo stato delle cose, se non verrà presentato all'inizio dell'anno scolastico il certificato di avvenuta vaccinazione della Asl, non potremo permettere la frequenza dei bimbi a scuola, a nidi e materne - affermano i presidi - Non è possibile far prevalere la nuova circolare Grillo-Bussetti. Per ora, almeno fino all'inizio del nuovo anno scolastico, resta in vigore la Legge Lorenzin: sarà quest'ultima a essere applicata". 

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I presidi fanno notare come i dirigenti scolastici siano "pubblici ufficiali tenuti a rispettare  e a far rispettare la Costituzione, le leggi e i principi di base dell'ordinamento" e "per costante giurisprudenza della Cassazione penale, essi sono anche titolari di posizioni di garanzia dell'incolumità di tutti coloro che frequentano gli ambienti scolastici". 

Pertanto, sottolinea il presidente dell'Associazione Antonello Giannelli, "se il decreto Lorenzin fosse modificato nel senso ipotizzato la presenza di bambini non vaccinati nelle scuole relative alla fascia di età 0-6 anni metterebbe a rischio la salute dei bambini che non si possono vaccinare e di quelli le cui difese immunitarie sono indebolite anche temporaneamente, a seguito di patologie varie".

Quanto alle cosiddette 'classi differenziali' composte dai soli bambini vaccinati in cui inserire i bambini immunodepressi, dai presidi arriva un 'no' secco: i problemi sarebbero di carattere organizzativo ma non solo perché i bambini "non sarebbero comunque protetti nei momenti di ricreazione e nei numerosi spazi comuni (mensa, palestra, bagni) e se ne violerebbe, di conseguenza, il diritto alla incolumità". 

Il presidente dell'Anp evidenza infine come siano in circolazione "evidenti travisamenti delle modalità di ricorso allo strumento dell'autocertificazione, peraltro non utilizzabile in campo sanitario se non a seguito di espressa previsione legislativa". "Questo rischia, da un lato, di aumentare il carico di lavoro dei dirigenti scolastici e, dall'altro, di indurre molti genitori a rilasciare con leggerezza dichiarazioni delle quali potrebbero poi dover rispondere all'autorità giudiziaria penale", aggiunge. 

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