Roma, 6 settembre 2018 - Ennesimo colpo di scena sul fronte dei vaccini obbligatori a scuola. Dopo il dietrofront del governo di ieri, oggi spunta un nuovo emendamento dei relatori al decreto milleproroghe appena presentato nelle Commissioni Bilancio e Affari costituzionali. Il provvedimento prolunga, per l'anno scolastico che sta per cominciare, 2018-19, la validità dell'autocertificazione. Rimane l'emendamento presentato ieri, che ripristinava l'obbligatorietà dei vaccini con i Nas deputati ai controlli delle documentazioni già presentate. Ora si attende il voto del Parlamento. Qualora il testo fosse approvato, il termine per produrre i documenti che attestino l'avvenuta vaccinazione sarà il 10 marzo del 2019.
CONTE - Da Ischia, dove si trova in visita nelle zone colpite dal terremoto, il premier Giuseppe Conte spiega così gli ultimi sviluppi. "Sui vaccini dobbiamo dare certezza alle famiglie - premette -, per questo è intervenuto un nuovo emendamento che assorbe quello precedente ed estende il regime individuato come transitorio per consentire l'avviamento dell'anno scolastico". E annuncia: "La materia richiede un intervento di sistema sul quale stiamo lavorando".
DISSENSI IN LEGA E M5S - Nel primo voto parlamentare sul nuovo testo, nel parere della Commissione Sanità dato alle commissioni di merito (Affari costituzionali e Bilancio) sul decreto milleproroghe, si registra il dissenso di due deputati, uno della Lega e uno di M5s. La leghista Rossana Boldi ha votato "no" al parere favorevole alla proroga, mentre Giorgio Trizzino di M5s è uscito dall'aula in dissenso. Il nuovo emendamento ha scatenato la protesta delle opposizioni, con in testa gli ex ministri Beatrice Lorenzin e Marianna Madia.
LA RETROMARCIA DI IERI - Dopo il caos dei primi giorni di apertura di nidi e materne, e in vista dell’apertura delle aule scolastiche, l'esecutivo ieri aveva fatto retromarcia, cancellando la norma introdotta in Senato (emendamento Taverna) che cancellava l'obbligo. La circolare ministeriale Grillo-Bussetti, che affidava la salute pubblica all’alea delle autocertificazioni nelle materne e nei nidi, finiva nel cestino, mentre non si prevedeva alcun allentamento delle misure vigenti, come invece era stato previsto anche dall’emendamento Taverna. La novità, maturata a settembre inoltrato, sembrava costringere i ritardari a una corsa contro il tempo per mettersi in regola. Questo fino all'emendamento di questa mattina che, in attesa del voto in Aula, potrebbe cambiare nuovamente le carte in tavola.
LE REAZIONI - Lorenzin parla di "emendamento gravissimo" perché "abbiamo visto che esiste un movimento organizzato che predispone autocertificazioni false". Se dovesse essere approvato l'emendamento, aggiunge, "che da forza di legge alla circolare del ministro Grillo, verrebbe messa a rischio la salute dei bimbi dei nidi, perché stamo parlando di bambini sotto i 12 mesi che stanno insieme a quelli più grandi". Inoltre "un atto medico non può essere autocertificato. Forse il certificato di malattia può essere sostituitoda una autocertificazione?".
"L'autocertificazione - dice l'ex ministro Madia - non è una semplificazione per le famiglie. Al momento in cui il bambino viene vaccinato, viene consegnato un foglio timbrato alle famiglie, che quindi lo hanno già in casa e non avrebbero alcuna difficoltà a portarlo a scuola. Questo emendamento asseconda solo una ideologia medioevale".
In serata, nel corso dell'esame degli emendamenti al Milleproroghe, giunge la precisazione del sottosegretario alla Salute Armando Bartolozzi: "L'obbligo vaccinale non è intaccato", dice. Su questo argomento, ha aggiunto, il governo ha spiegato che c'è stata "un'informazione distorta" e che questa è "la principale causa di caos". Ma le critiche non si fermano, arrivando anche da Forza Italia e Leu, mentre il capogruppo Pd in Commissione Affari sociali, Vito De Filippo, parla di "disastroso arretramento di M5s-Lega".
CODACONS - Dura presa di posizione del Codacons sul nuovo emendamento sui vaccini. "I comitati che si sono battuti per raccogliere consensi in favore del M5S nel corso della campagna elettorale per le elezioni del 4 marzo scorso, sono pronti a denunciare il movimento dopo il grave dietrofront sui vaccini", rende noto l'associazione dei consumatori. "Durante la campagna elettorale, infatti, il M5S aveva assunto precisi impegni sul fronte dell'obbligo vaccinale, promettendo misure per rendere più flessibile la norma e tutelare le famiglie", aggiunge. E prosegue: "Ora si assiste ad una inversione di marcia un emendamento della maggioranza per confermare l'obbligo e che abroga dal decreto Milleproroghe il comma che fa slittare l'obbligatorietà all'anno scolastico 2019-20". Quindi conlcude: "I comitati che durante la campagna elettorale si sono battuti a favore del M5S proprio perché prometteva interventi in tema di vaccini, si dicono ora pronti a citare in giudizio il partito, ritenendo non rispettate le promesse fatte".