Vaccinazioni obbligatorie e libertà. Ma, anche, vaccinazioni obbligatorie e responsabilità. Chiariamo il quadro. Per la Costituzione, «la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività», e «nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge». Il diritto individuale alla salute deve essere temperato dalla tutela dell’interesse collettivo. Il vaiolo è scomparso grazie alla vaccinazione obbligatoria: ciascuno avrebbe preferito non vaccinarsi, dati gli effetti secondari sgraditi e lo scarso rischio individuale di ammalarsi. Ma solo così il vaiolo è diventato un ricordo.
Il problema si ripresenta oggi, dalla poliomelite in giù, per i vaccini obbligatori. Che sono tali. Non c’è spazio per il rifiuto o l’«obiezione di coscienza». Quando il vaccinarsi è imposto dalla legge, nell’interesse collettivo alla salute, e con proporzionalmente minimo rischio o pregiudizio dei singoli, non rientra fra i trattamenti sanitari che la Costituzione consente di rifiutare.
Altro è Welby, altro il genitore obiettore. Il genitore renitente, poi, se il bimbo non vaccinato si ammala, o se ammalandosi infetta altri, rischia sul piano sia civile e risarcitorio, sia penale. Sono serie le responsabilità da contagio.
Quando la vaccinazione non è obbligatoria, ma solo ‘consigliata’, la responsabilità del genitore che la omette non è esclusa a priori. Va valutata, caso per caso, la sua diligenza. Quella omissione potrebbe essere colpevole in presenza di elevato rischio sia per il minore, ad esempio esposto a contatti o contesti di più facile contagio, sia per i terzi contagiati dal minore ammalato. Il ricovero ospedaliero, così, espone a entrambi i rischi e a entrambe le potenziali responsabilità. Soprattutto alla seconda. Tanto più grave quanto più lo stato di malattia del minore ricoverato e autore del contagio fosse evidente o prevedibile. Va valutata la stessa diligenza dell’ente ospedaliero e la sua eventuale concorrente responsabilità. Anche in base alla presenza o meno di articolata e consapevole gestione dei minori quando a rischio (per sé e per gli altri) perché non vaccinati. Bene farà il ministro Lorenzini a incrementare le vaccinazioni obbligatorie o consigliate, prevedendo anche convenienti disincentivi o sanzioni contro i renitenti.