Roma, 18 luglio 2020 - Per colpa del Coronavirus l'estate 2020 sarà in tono minore, sul fronte turistico, e questa non è una novità: in era Covid la chiusura dei voli aerei e la quarantena prevista per gli arrivi extra-Shengen sono come una mannaia per i turisti stranieri, che quest'anno non affolleranno le coste del Belpaese e le città d'arte. Ma secondo le proiezioni Enit , a qualcuno andrà meglio: le mete turistiche in montagna sembrano le meno colpite dal trend negativo 2020 (-39% sul 2019), rispetto alle destinazioni costiere (-51%) e alle città d'arte (-49%) maggiormente dipendenti dai turisti che vengono da oltreoceanoper. I dati sono dell'Uncem (Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani).
Montagna, che passione
In montagna andrà il 60% dei vacanzieri italiani, consolidando un trend positivo e confermandosi la destinazione adatta in questo periodo post pandemico. "I dati esteri confermano le considerazioni che ci arrivano dagli operatori e dagli Enti locali di Alpi e Appennini - spiega Marco Bussone, presidente Uncem - La montagna perde meno di altre destinazioni grazie a una serie di politiche e iniziative territoriali e un sistema ricettivo che si è organizzato e fa meglio del mare. I prossimi 30 giorni saranno decisivi per la stagione. Le prenotazioni finora effettuate sono pero' di buon auspicio".
Bene i borghi
Lo stesso può dirsi anche per i borghi e le piccole località, che saranno prese d'assalto da due italiani su tre, prevede la Coldiretti sulla base dell'indagine Notosondaggi che evidenzia un nuovo protagonismo dei centri minori spinto dagli effetti della pandemia che ha portato alla riscoperta del turismo di prossimità. Un fenomeno favorito anche dalla diffusione capillare dei piccoli comuni che incrementa la capacità di offrire un patrimonio naturale, paesaggistico, culturale e artistico senza eguali.
Male le città d'arte
Le note dolenti, riferite invece alle città d'arte, sono legate all'ultima indagine condotta dal Centro Studi Turistici per Assoturismo Confesercenti sulla disponibilità di camere sui portali delle principali Olta per questo fine settimana (18 e 19 luglio). Dal rapporto si ricava che il turismo si è praticamente dimezzato nelle principali mete culturali, con -8,5 milioni di presenze rispetto al 2020. Particolarmente pesante il calo degli stranieri.
Maglia nera in particolare per Roma e Firenze, dove poco più di un terzo della disponibilità (36%) risulta prenotato. "Centri storici delle città d'arte al collasso, occorre una 'terapia intensiva'", scrive Assoturismo, secondo cui ad attestare la crisi delle mete culturale è quel 51% delle stanze disponibili prenotate. Male anche Napoli (38%) e Venezia (42%); un po' meglio fanno Palermo (45%), Milano (46%) e Bologna (49%), mentre registrano risultati superiori alla media delle altre città d'arte - anche se comunque insoddisfacenti - Perugia (54%) e Matera (55%).
La crisi delle città d'arte è imputabile principalmente alla mancanza del turismo straniero, che in media - durante la stagione estiva - vale circa il 68% delle presenze. Secondo le stime Assoturismo-Cst, nel trimestre estivo 2020 (giugno-luglio-agosto) nelle sole Roma, Venezia, Firenze, Milano e Napoli si registreranno circa 8,5 milioni di presenze in meno rispetto allo stesso periodo del 2019.
Mare, vacanze mordi e fuggi
A parte lo stop al turismo straniero, l'emergenza sanitaria ha in generale modificato le scelte degli italiani in tema di viaggi. E pure se non ha frenato del tutto il desiderio di vacanza, si conferma la tendenza a spostamenti brevi, di 2 o 3 notti, scegliendo località prevalentemente marine o montane, possibilmente di breve raggio. Così anche per il prossimo fine settimana le destinazioni balneari sono le più gettonate, con un tasso di occupazione del 70% della disponibilità, mentre l'occupazione nelle strutture delle località di montagna si attesta sul 68% e quelle lacuali segnano un tasso medio del 66%. Numeri in risalita, anche se ancora molto lontani dai valori - per il balneare superiori al 90% - normalmente realizzati negli anni scorsi.