Marina
Terragni
La maternità surrogata presenta "un elevato grado di disvalore" perché "offende in modo intollerabile la dignità della donna e mina nel profondo le relazioni umane". La sentenza 2722017, relatore Giuliano Amato, ha ribadito in modo netto la condanna della pratica che la legge 40 punisce con una condanna da 3 mesi a 2 anni e con una sanzione da 600.000 euro a un milione. Divieto che vale però solo se la gestazione a pagamento viene realizzata in Italia. Se la madre in affitto la trovi in Ucraina o in California non sei perseguibile. La proposta di legge Meloni, adottata dalla Commissione Giustizia della Camera, estende invece la punibilità anche alle surrogazioni realizzate all’estero. Un passo avanti verso il reato universale, obiettivo perseguito anche da reti femministe internazionali come Stop Surrogacy Now, Ciams e l’italiana Inviolabilità, che si è recentemente mobilitata con successo contro il Salone dell’Utero in affitto programmato a Milano. Votata compattamente dal centrodestra, da parte del gruppo misto e da Italia Viva, bocciata da Pd e Leu – il M5S non ha partecipato al voto – la proposta è passata con 22 sì e 12 no. Nei prossimi giorni, il termine per gli emendamenti. Alla Camera ci sarebbero i numeri? Almeno due le variabili: la posizione di Italia Viva, che anche stavolta costituirebbe l’ago della bilancia; e la possibilità, tutta da verificare, di ricorrere a voto segreto, consentendo posizioni “di coscienza”. Del resto, nonostante le migliaia di surrogazioni realizzate ogni anno – almeno 3 mila l’anno solo in Ucraina, business che con la guerra in corso si sta spostando in Paesi contigui, dalla Georgia alla Repubblica Ceca, e che interessa sempre di più i mercanti di esseri umani – l’utero in affitto è già sostanzialmente reato universale, essendo lecito solo in una ventina di Paesi su 206. L’Italia non costituisce affatto un’eccezione “bigotta”, come si vorrebbe fare credere.