Sabato 27 Luglio 2024

Ustica, Amato: “Non ho ritrattato, Macron ci liberi dai dubbi sulla base di Solenzara”

L’ex presidente del Consiglio spiega il senso delle sue parole sulla strage del 1980. “Ho parlato perché sento il peso dell’età, ma non ho mai detto che l’Eliseo debba chiedere scusa”

Roma, 5 settembre 2023 - Nessuna verità, ma solo "provocare un avvicinamento a essa". Giuliano Amato ritorna sull'intervista a La Repubblica in cui ha parlato della strage di Ustica del 1980, in cui persero la vita 81 persone. In una conferenza con la stampa estera l'ex presidente del Consiglio spiega il senso delle sue parole: "Non ho mai detto che stavo dando la verità su Ustica. Ho detto che portavo avanti l'ipotesi più ritenuta più credibile tra quelle formulate, specificando che non avevo la verità da offrire ma il mio scopo era provocare se possibile un avvicinamento alla verità".

Giuliano Amato (Ansa)
Giuliano Amato (Ansa)

E ancora: "E non ho detto a Macron di chiedere scusa ma di occuparsi della cosa: se dimostra che è infondata bene, se no deve chiedere scusa". “Al giovane presidente francese Macron, che aveva due anni all'epoca, chiedo che ci liberi dalla questione Solenzara (la base militare in Corsica da cui potrebbe essere partito il caccia che lanciò il missile contro il Dc9, secondo una delle piste investigative, ndr)”, prosegue.

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"Sono molto amico della Francia. L'unica mia questione aperta con la Francia e' la testata piantata da Zidane nel petto di Materazzi", ironizza Amato. "Chi ha scritto che la mia intervista è fonte di attriti con la Francia – aggiunge – ha voluto creare un attrito, ha voluto dire una cosa non vera, che è una cosa che spesso in politica si fa ma non risponde alla verità".

Amato chiarisce di non aver ritrattato niente. "Ho trovato singolare sia stato detto che la politica con Ustica non c'entra – sottolinea –. La politica può ancora fare molto, se vuole, perché Ustica sia chiarita". Ma perché parlare ora? "Che ci crediate o no, è che una persona di 85 anni comincia a pensare che ha davanti a poco tempo e a chiedersi se c'è qualcosa di utile che può ancora fare, qualcosa di incompiuto che può provare a completare", spiega, sottolineando di non aver sentito la premier Giorgia Meloni. "Perché avrei dovuto?", chiede.

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"Chi è ancora vivo e vuole oggi mettersi nella condizione di andarsene da questo mondo con la coscienza senza pesi, parli – continua Amato – . Non mi aspetto che altri appelli o procedure legali possano ancora incidere su questa vicenda". "La ricerca di verità da parte delle associazioni delle vittime comincia a diventare irrealizzabile perché si muore: Purgatori se ne è appena andato, era una voce importantissima, altre che hanno vissuto la vicenda se ne possono andare, visto tutti gli anni passati – dice ancora il giurista – . Chi ha guidato un aereo potrebbe dire 'ero io alla cloche di un aereo che quella notte era tra gli altri a ronzare attorno al Dc9'".

Quanto al ruolo della Nato, per Giuliano Amato "non è completamente chiaro". "La Nato, ai fini del chiarimento di ciò che accadde, ha in parte collaborato e in parte no", conclude.