Martedì 31 Dicembre 2024
SIMONA BALDELLI
Cronaca

Uomini che odiano le donne. Ma le sentenze danno speranza

Nel 2024 sono state 110 le donne morte per femmincidio, il 75% per mano di uomini appartenenti alla loro cerchia famigliare o relazionale

Gino Cecchettin ascolta la sentenza di condanna all’ergastolo a Filippo Turetta per l’omicidio di sua figlia

Gino Cecchettin ascolta la sentenza di condanna all’ergastolo a Filippo Turetta per l’omicidio di sua figlia

Roma, 31 dicembre 2024 – Negli anni ’80 e ’90 del secolo scorso, alla domanda "Qual è il tuo più grande desiderio?", con molta ingenuità le neo incoronate Miss rispondevano: La pace nel mondo. Un’affermazione che strappava sorrisi d’indulgenza. La pace, allora, era un fatto concreto. Allo scadere del 2024, quel desiderio ci pare meno peregrino e credo ciascuno di noi l’abbia provato almeno una volta, e con disperata intensità, nel corso degli ultimi anni. Alla pace nel mondo, vorrei si aggiungesse quella nelle nostre case. Fino a oggi e solo in Italia, sono morte 110 donne per femminicidio, il 75% delle quali per mano di uomini appartenenti alla loro cerchia famigliare o relazionale. In generale si stima che 1 donna su 3 abbia subito abusi e/o violenze, sia fisiche che psicologiche. Una mortificazione per l’intero genere umano. Sono stati registrati, però, piccoli segnali positivi. Innanzitutto, l’aumento delle denunce. Nei primi mesi del 2024, le donne e ragazze che si sono rivolte al numero anti violenza 1522 sono state l’83% in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

Poche settimane fa, a un anno o poco più dagli omicidi di Giulia Tramontano e Giulia Cecchettin, sono arrivate le sentenze nei confronti dei loro assassini Impagnatiello e Turetta. La sconvolgente e odiosa odissea di abusi e sevizie subite da Gisèle Pelicot, attuate dal marito Dominique, ha dato il via a un ribaltamento di prospettive di cui, mi auguro, non ci dimenticheremo: la vergogna non è di chi subisce violenza, ma di chi la commette. Che a vergognarsi debbano essere gli stupratori e si arrivi a sentenza in tempi accettabili, dovrebbe essere il minimo.

Ma parto volentieri da qui per guardare al 2025 con un barlume di fiducia. A questo aggiungo le mani tese da parte di uomini, sia quelli che stanno al nostro fianco nella vita privata, che personaggi pubblici. Per esempio penso a Stefano Massini, con il suo ‘7 minuti’ o la performance ‘Io sono incinto’. Alla versione cinematografica di Edoardo Leo dell’Otello e alle sue dichiarazioni: "La parola gelosia in realtà la nomino una sola volta, perché il resto è violenza e non ha niente a che fare con l’amore". E per fortuna, aggiungo io, anche nella comunicazione di massa sempre meno si usa l’ignobile e ipocrita frase: “l’ha uccisa per amore”. Che alle nostre voci si aggiungano quelle degli uomini, mi pare la strada da percorrere. Senza che tu faccia un passo indietro perché io ne possa fare uno avanti. Ma farne uno che ci porti nella stessa direzione: la felicità, il vero scopo di questo nostro stare al mondo. Faccio mio, dunque, l’augurio delle Miss del secolo scorso: Buon 2025 di pace, fuori e dentro le nostre case.