Venerdì 4 Ottobre 2024
VIVIANA PONCHIA
Cronaca

Una storia di famiglia. La Juve ritrova Del Piero. Stavolta è la figlia Dorotea

La quindicenne, secondogenita di Pinturicchio, è cresciuta negli Usa. Da due anni gioca a pallone, fa l’attaccante come il padre e sogna in grande . La felicità della ragazza: "Sono orgogliosa di Torino e dei miei genitori".

Una storia di famiglia. La Juve ritrova Del Piero. Stavolta è la figlia Dorotea

Alex Del Piero, 49 anni, con la figlia Dorotea che seguirà le sue orme alla Juventus

Del Piero torna alla Juve. Si chiama Dorotea, ha 15 anni, è identica alla mamma Sonia e segue il destino di papà. La figlia di "Pinturicchio", secondogenita di tre, cresciuta in America, rimescola ricordi nei tifosi bianconeri. Il suo tesseramento per la Juventus Women nella squadra under 17 guidata da Luca Scarcella scomoda memorie leggendarie, crea aspettative.

Quel cognome impone coerenza. Maradona insinuava che Alex bevesse di nascosto l’elisir dell’eterna giovinezza. Per Cristiano Ronaldo era il modello a cui fare riferimento. Didier Deschamps si interrogava sull’irresistibile magnetismo del piccolo uomo che faceva impazzire la gente, "un esempio per tutti". E oggi la sorpresa: arriva l’erede – donna – del campione che nel 2006 vinse la coppa del Mondo con la maglia numero 7, il ragazzo che dopo avrebbe convertito all’acqua minerale anche gli alcolisti. Sempre sorridente, fiero di come è andata e più ancora di come è cominciata: "Sono orgoglioso di mio padre che si spaccava la schiena come elettricista. E di mia madre che avrà lavato per terra in tutte le case di Conegliano. Sono strafelice di avere avuto quell’infanzia, dove i desideri erano in rapporto alle possibilità, mai di più. E quando cominciava a venire il bel tempo si usciva nei prati, si faceva la casetta sull’albero, si rubavano le ciliegie e le pannocchie. E c’era sempre il benedetto pallone".

Dorotea è nata ricca, privilegiata, ha studiato e sgambettato in California con la maglia numero 7. Ma c’è la storia dell’eterno ritorno, anche quando piove Torino sa rapire un cuore senza pregiudizi. Il club torinese vuole accompagnarla nel sogno di diventare una calciatrice professionista, conta sul potere dell’ispirazione. "Meraviglia", si esaltano sui social i fan irriducibil: scherzi del sangue che non sa mentire.

"Storia juventina che non finisce mai, ammaliante condanna – scriveva di lui Candido Cannavò. Condannato come tanti a rimpiangerlo: "Ha scavalcato i miti del club più famoso d’Italia, è più forte dell’anagrafe, degli infortuni, degli allenatori che lo sostituiscono, dei critici che lo considerano un peso nella marcia verso il futuro". E poi il futuro arriva sulle gambe di una ragazzina con la faccia d’angelo. Il pulcino che qualche anno fa, in un video fatto circolare dal padre, a Los Angeles partiva in dribbling, scartava un paio di avversari e beffava il portiere con un colpo degno delle antiche magie.

Il brivido della nostalgia e della premonizione, senza per forza sognare Beckham. Conosce i dettagli della sfida, come lui li ha spiegati dentro casa e fuori: "Il calcio è un mondo bellissimo e anche strano, una specie di pianeta in una galassia remota, piena di contrasti, privilegi e trappole. In questo pianeta circola gente strana, che cerca di sfruttare il calciatore senza curarsi minimamente di lui come persona". Sei pronta, bambina? Hai abbastanza coraggio per andare a vedere se sotto il cognome c’è altro? Ascolta papà: "Vivere in compagnia del talento è come avere un amico esigente, uno che ti aiuta ma non smette mai di chiedere. Se hai talento, sei obbligato a dimostrarlo. Sempre." E l’estetica? "Conta, ma il tiro migliore è quello che porta al gol: anche brutto, o sporco, purché sia gol".

Giocare a Torino, dove i genitori si sono conosciuti e dove il capitano è rimasto ancorato per 19 stagioni, chiude un cerchio. Ed è una responsabilità tremenda per la giovane americana che dal 2022 si allena al centro sportivo della Continassa con il team Usa della Juventus Academy, dove è finita nel mirino della società e adesso gioca come attaccante, guarda un po’. Anche suo fratello Tobias da agosto corre dietro a un pallone in Italia, nell’Empoli under 18. Non si sa mai, chi ci si spera da sempre lo legge come un possibile ritorno del genitore nella stanza dei bottoni: prima le donne e i bambini, poi si vedrà.