Fortunato
Abbiamo tutti nel cuore il ricordo indelebile della lettera ai bambini di Giovanni Paolo II (13 dicembre 1994) e del messaggio a loro rivolto da parte di Giovanni XXIII ("date una carezza ai vostri bambini e dite: questa è la carezza del Papa"). A questi momenti, che fanno ormai parte del nostro immaginario e della più recente storia della Chiesa, si aggiungerà sicuramente la Giornata Mondiale dei Bambini del 24 e 25 maggio, che il Papa dedicherà interamente ai più piccoli. E come Giovanni XXIII aprì un’epoca di pace così speriamo che questo evento possa crearne le condizioni. I più piccoli sono stati spesso traditi dagli adulti, laici e religiosi. È pertanto necessario ricostruire un’alleanza, un nuovo patto generazionale, sotto il segno del Vangelo.
Un incontro senza precedenti, destinato a scuotere non solo la Capitale, ma l’intero Paese italiano e i governanti di tutto il mondo. Le adesioni già superano i 60mila partecipanti. Tra i Paesi coinvolti: Siria, Ucraina, Russia, Afghanistan, Etiopia, Eritrea, Mozambico, Gaza e Israele. Si tratta di un evento epocale. La domanda posta dal Successore di Pietro, già enfatizzata nelle encicliche “Laudato si’” e “Fratelli tutti”, risuona con forza: quale futuro intendiamo consegnare ai nostri figli? In risposta alla lettera del Papa, che si rivolge ai più indifesi, fragili e soli del pianeta, molte organizzazioni stanno collaborando con il Comitato organizzatore. Gianluigi Buffon, uno dei protagonisti delle due giornate, ha dichiarato con enfasi: “È la partita della vita!”. Le due giornate si svolgeranno prima allo Stadio Olimpico e successivamente a Piazza San Pietro. Come ha sottolineato Marco Impagliazzo si tratta di un evento tipico della “Chiesa in uscita” voluta da Papa Francesco. Dal Tempio del Cristianesimo e dal “Tempio” dello sport prenderà vita un nuovo processo educativo in grando di interpretare i sogni e i valori dei più piccoli.