Venerdì 18 Ottobre 2024
ALESSANDRO CAPORALETTI
Cronaca

Un mese dopo l’alluvione I conti della Romagna "Disastro da 9 miliardi" Il governo: no al bancomat

La prima stima dei danni. Vertice a Roma tra qualche tensione. I sindaci: commissario subito. Bignami (FdI): prima l’interesse del territorio.

di Alessandro Caporaletti

A un mese dall’alluvione la tregua è già finita: a palazzo Chigi, il battesimo del tavolo permanente per la gestione dell’emergenza in Emilia-Romagna, presieduto dal ministro Musumeci, è subito ad alta tensione, sul filo di polemiche incrociate e diffidenza ricambiata. Gli attriti sul dossier con la stima provvisoria dei danni portato a Roma dalla Regione – 8,8 miliardi –, che dalle parti del governo giudicano (con irritazione) confuso e incompleto, diventano scontro aperto tra sindaci del Pd (con tutto il partito a dare manforte, in testa la segretaria Schlein) e centrodestra sulla nomina del commissario alla ricostruzione – leggasi Bonaccini –, che ancora non c’è e per ora non pare nemmeno all’ordine del giorno.

E se il governatore dell’Emilia-Romagna, la cui investitura non sarebbe sgradita al governo, mantiene un profilo istituzionale ("pensiamo che sarebbe utile nominarlo il prima possibile, il governo ha un punto di vista diverso: lo rispetto e mi auguro si possa arrivare al più presto a una convergenza"), sono le parole dei sindaci dem Lattuca (Cesena) e De Pascale (Ravenna) ad accendere la miccia di uno scontro che – filtra da ambienti vicini al governo – rischia piuttosto di ingarbugliare la matassa. Tanto che il viceministro FdI Bignami avverte: "Qualcuno parla non guardando l’interesse del territorio. Mi riferisco alla postura politica che vedo in Emilia-Romagna, non di Bonaccini ma di molti altri amministratori, che vogliono alzare l’asticella della polemica. Apprezzo che Bonaccini stia tenendo toni concreti e bassi, altri nel suo partito non lo fanno: ce l’hanno con noi o con lui?" Dice Lattuca dopo il tavolo di palazzo Chigi: il governo ci ha "redarguiti" per i cantieri "di somma urgenza" aperti senza "averlo concordato", "era nostro dovere e devono darci quanto speso". E De Pascale riassume: risorse insufficienti e "urge la nomina del commissario". Dal Pd si alza il pressing ("basta giochi sulla pelle degli alluvionati"), ma Musumeci aveva già chiarito agli interlocutori: "Il governo non è un bancomat, questo non è un tavolo per la ricostruzione, ma per l’emergenza". E Lisei di FdI fa muro: "Sembra che il commissario stia diventando la foglia di fico per coprire inadempienze".

La politica si prende la scena nel giorno in cui l’Arera annuncia quattro mesi di stop (dal primo maggio) al pagamento delle bollette e l’Abi estende la moratoria sui mutui anche ai titolari che svolgono l’attività agricola in terreni franati o alluvionati.