Venerdì 25 Aprile 2025
REDAZIONE CRONACA

Un bambino ascoltato sarà un adulto sereno

I risultati di un dibattito sul valore universale dell’ascolto. L’incontro organizzato da Telefono Azzurro e CNEL - Consiglio nazionale dell’Economia e del Lavoro

Il disagio giovanile è legato anche alle esperienze in età infantile

Il disagio giovanile è legato anche alle esperienze in età infantile

Roma, 8 aprile 2025 – Portare al centro del dibattito il valore universale dell’ascolto dando la parola ai ragazzi stessi e riconoscendo l’importanza e il valore del loro contributo presentandoli alle Istituzioni. È questo l’obiettivo dell’evento organizzato da Telefono Azzurro e CNEL - Consiglio nazionale dell’Economia e del Lavoro in occasione della Prima Giornata Nazionale dell’Ascolto dei Minori istituita dalla Repubblica Italiana nel luglio dello scorso anno su iniziativa dello stesso Telefono Azzurro.

L’evento, dal titolo "Un bambino ascoltato sarà un adulto sereno" e ospitato presso la sede del CNEL, parte da Roma e toccherà il giorno successivo altre tre città italiane (Milano, Palermo e Treviso).

Prima tappa di un nuovo percorso istituzionale di apertura ai giovani e ai loro bisogni, questo incontro strategico ha permesso ad alcuni studenti di partecipare attivamente a un dibattito che li riguarda in prima persona e di cui sono stati protagonisti indiscussi. I ragazzi presenti si sono liberamente espressi sui loro problemi quotidiani e sulle possibili prospettive di cambiamento: un contributo fondamentale per i rappresentanti di Istituzioni politiche e Università per comprendere a fondo il senso e la forza dell’ascolto e portare chiaro e forte il messaggio all’attenzione del Parlamento.

Al centro del dibattito di queste due giornate c’è infatti il valore universale dell’ascolto, su cui si fonda, da sempre, l’operato di Telefono Azzurro. Ascoltare in modo attivo la voce di bambini e adolescenti e confrontarsi con loro è presupposto essenziale per la loro tutela e per l'attuazione dei loro diritti. Essere ascoltati è un loro fondamentale diritto. La Giornata Nazionale dell’Ascolto chiama a una riflessione allargata e concreta su come dare ogni giorno concretezza a questo principio.

Studi e ricerche – presentati oggi a Roma alle Istituzioni – dimostrano che l’ascolto attivo ha un impatto positivo sull’autostima dei bambini, sulla loro capacità di costruire relazioni e sul senso di appartenenza alla comunità, elementi fondamentali per la costruzione di una personalità adulta sana e consapevole. La percezione di essere ascoltati riduce i rischi di isolamento sociale e comportamenti aggressivi (bullismo, cyberbullismo), contribuendo a una crescita più equilibrata e armoniosa del bambino. Creare ambienti sicuri e accoglienti, in cui i giovani si sentano liberi di esprimere le proprie emozioni e preoccupazioni, permette di individuare tempestivamente segnali di disagio e di intervenire in modo efficace, evitando l’aggravarsi di problematiche psicologiche e sociali.

Quella dell’ascolto è, in generale, una virtù che nelle nostre relazioni quotidiane, e più in generale nelle dinamiche sociali, si sta smarrendo. L’accelerazione impressa dal digitale alle modalità di comunicazione ha ulteriormente indebolito questa capacità. Ciò vale nelle relazioni all’interno del mondo degli adulti ma anche e soprattutto nella relazione degli adulti con i bambini e gli adolescenti, nei confronti dei quali la disponibilità all’ascolto, ancor prima di diventare diritto, ha da sempre faticato a diventare un principio culturalmente riconosciuto.

I numeri sulla salute mentale degli adolescenti, diffusi dall’OMS e dall’UNICEF, tracciano un quadro allarmante:

• Circa 166 milioni di adolescenti nel mondo (1 su 7 tra i 10 e i 19 anni) soffrono di problemi legati alla salute mentale (ansia e disturbi del comportamento).

• I disturbi mentali sono la principale causa di disabilità tra i giovani europei, e molti si manifestano già prima dei 14 anni.

• Secondo l’UNICEF Europa, nel 2022 più del 50% dei disturbi mentali diagnosticati non ha ricevuto alcun tipo di assistenza o cura.

• In Europa occidentale, il tasso di suicidio tra adolescenti è aumentato del 10% negli ultimi 10 anni.

• Inoltre, quasi il 40% dei bambini e giovani europei ha dichiarato di sentirsi spesso triste, nervoso o irritabile, e 1 su 4 ha segnalato pensieri ricorrenti di autolesionismo.

• Secondo OMS e UNICEF, oltre 80 Paesi nel mondo non offrono servizi di salute mentale adeguati per l’età evolutiva.

Questi numeri parlano di un disagio diffuso, spesso invisibile, che si manifesta attraverso solitudine, abbandono, comportamenti estremi, ma che ha radici profonde e silenziose. Nella maggior parte dei casi l’attenzione pubblica si attiva solo quando la crisi esplode: l'evento estremo fa notizia, ma il malessere quotidiano resta ignorato.

Eppure, le leggi esistono: ascoltare i bambini è un diritto riconosciuto dalle leggi internazionali e nazionali. Troppo spesso però i minori non vengono ancora considerati interlocutori validi dagli adulti e il loro coinvolgimento è talvolta simbolico, senza un reale impatto sulle decisioni. Superare questi ostacoli richiede un cambiamento di prospettiva che riconosca i bambini non solo come soggetti da proteggere, ma come individui con diritti e capacità decisionali.

Con questa Giornata Telefono Azzurro lancia pertanto un appello a genitori, Istituzioni, scuola, educatori, operatori giudiziari, professionisti della salute, mondo dello sport e media affinché tutti si assumano la responsabilità di creare ambienti favorevoli a una partecipazione reale e incisiva dei bambini, valorizzando i loro contributi.

Ascoltare i bambini significa riconoscere il loro valore, la loro capacità di comprendere, di scegliere, perché i bambini non sono solo destinatari delle politiche ma protagonisti del cambiamento.

Dichiara il Professore Ernesto Caffo, presidente di Telefono Azzurro: “Da quasi quarant’anni Telefono Azzurro permette – attraverso una linea di ascolto telefonico ma anche con chat, app e spazi digitali diversi e da oggi anche con whatsapp – di accogliere le richieste d’aiuto di bambini e ragazzi. La missione è sempre la stessa: offrire una voce amica, un presidio costante, un luogo sicuro dove bambini e ragazzi possano esprimersi senza paura.

È una forma di ascolto empatico, non giudicante e attivo, presupposto necessario a costruire una relazione di fiducia con l’utente al fine di individuare il bisogno espresso e valutare il successivo intervento. Il nostro modello di intervento non vuole solo dare risposta pratica a bisogni o emergenze ma anche affermare un diritto fondamentale: ascoltare attivamente un bambino significa dargli un “diritto di cittadinanza” effettivo che altrimenti resterebbe un principio puramente astratto. Significa che la sua voce conta, che ha diritto a esprimere una sua visione del mondo, ha diritto a dare spazio ai suoi diritti”.

“Si parla molto di bambini ma si parla poco con i bambini. Per questo è importante – dichiara il presidente del CNEL Renato Brunetta – promuovere l’ascolto attivo, favorire la cultura del dialogo aperto, accompagnare i minori in un percorso di partecipazione e condivisione. Tutto questo richiede un impegno collettivo, che coinvolga istituzioni, esperti, volontariato, società civile. Il CNEL, la casa dei corpi intermedi, può svolgere un ruolo fondamentale di sensibilizzazione, di analisi, di proposta legislativa. Sappiamo come tra le principali cause di disagio di bambini e adolescenti vi sia la solitudine, il costante moltiplicarsi di situazione di isolamento. È indispensabile, quindi, motivare e convogliare in uno sforzo comune le tante reti del mondo reale. Non le reti del mondo anonimo ed algoritmico delle piattaforme digitali. Ma le reti sindacali, professionali, del Terzo settore che hanno nel CNEL un loro ruolo di convergenza e di rappresentanza”.