Roma, 2 gennaio 2025 – L’anno appena concluso si è caratterizzato per una vera e propria esplosione di fake news, soprattutto in Rete, anche grazie all’apporto determinante dell’intelligenza artificiale, che rende ancora più agevoli i tentativi di manipolazione di notizie e immagini.
Quanto abbiano inciso concretamente sulla vita di persone, imprese, Stati non è dato saperlo, ma di certo le informazioni false avvelenano lo spazio virtuale, forniscono e alimentano visioni distorte della realtà, condizionano le opinioni, alterano l’esercizio dei diritti.
Nel 2024 molti eventi nazionali e internazionali sono risultati a dir poco contaminati dalla circolazione di contenuti falsi, spessissimo prodotti e diffusi con dolo, ma a volte figli di superficialità e ignoranza. Dalle elezioni presidenziali negli Stati Uniti, che hanno visto il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca alle elezioni europee, fino alle Olimpiadi di Parigi, le bufale hanno trovato terreno fertile, amplificate da una tecnologia sempre più sofisticata e dall’utilizzo massiccio degli algoritmi manipolatori.
Secondo uno studio condotto da SocialCom in collaborazione con SocialData, nel 2024 sono stati identificati oltre 36 milioni di post etichettati come fake news, con un totale impressionante di 1687 milioni di interazioni. In Italia il fenomeno ha assunto proporzioni rilevanti: 448mila menzioni fuorvianti hanno generato più di 25 milioni di interazioni, a riprova dell’innegabile carica attrattiva che sprigionano i contenuti falsi nei comportamenti di navigazione degli utenti della Rete.
Tra i casi più eclatanti le immagini generate con l’intelligenza artificiale raffiguranti Elon Musk e Mark Zuckerberg in atteggiamenti intimi, come in una vasca idromassaggio o abbracciati su un letto. Quei contenuti sono stati interpretati come un atto simbolico di protesta contro l’assenza di misure adeguate per contrastare la disinformazione online. Vittima di una fake news virale anche Imane Khelif, pugile algerina medaglia d’oro alle Olimpiadi di Parigi, squalificata dai mondiali del 2023 per livelli di testosterone oltre i limiti regolamentari ed erroneamente etichettata come transgender, quando invece si sa che l’atleta soffre di una condizione di iperandrogenismo che nulla ha a che vedere con il cambio di genere. Nonostante le reiterate smentite, il caso ha generato quasi 98mila interazioni.
Rientrano nella categoria delle false informazioni anche alcuni casi di ‘vandalismo digitale’, come quello della modifica della pagina Wikipedia dedicata ad Aldo Moro, che attribuiva il rapimento e l’uccisione dello statista a due cantanti contemporanei, Diodato e Ghali. Per non parlare di espedienti tecnologici come i deepfake e gli influencer virtuali, che hanno reso sempre più labili i confini tra reale e virtuale.
Il caso di Emily Pellegrini, una modella virtuale creata attraverso l’intelligenza artificiale e presentata come ‘la modella più sexy al mondo’, ne è un esempio lampante. Tutto ciò conferma che la proliferazione di fake news è diventata un fenomeno globale, che richiede una risposta collettiva e una matura assunzione di responsabilità da parte delle piattaforme digitali. L’informazione di qualità prodotta professionalmente rimane un preziosissimo baluardo, ma occorre valorizzarla al massimo, anche sfruttando i più sofisticati strumenti dell’innovazione tecnologica.