L’Umbria torna rossa. Dopo una parentesi di soli cinque anni, il centrodestra sarà di nuovo costretto a sedersi sui banchi della’opposizione in Consiglio regionale. Stefania Proietti, sindaca di Assisi e candidata civica del campo largo, ha vinto in modo netto e un po’ inaspettato la sfida contro Donatella Tesei, governatrice uscente della Lega, che insieme al centrodestra, ha ricevuto una sonora bocciatura dagli umbri. Alla fine non c’è stato nessun testa a testa: nonostante i sondaggi segreti degli ultimi giorni dessero il centrodestra avanti di un punto, è arrivato il ribaltone con Proietti ben oltre il 50% dei consensi e la sua avversaria quasi cinque punti dietro. "Gli umbri hanno scelto in modo diverso e quindi bene, prendiamo atto e auguro naturalmente alla nuova residente, negli interessi della nostra regione, di ben governarla perché questa è una bella regione", ha detto Tesei arrivata all’ora di cena al Comitato elettorale di Perugia dove le facce dei leader nostrani erano un misto di incredulità e mestizia. Lei ha provato a sorridere, ma l’amarezza traspariva bene dal suo volto.
In verità il risultato umbro assomiglia più a una sconfitta del centrodestra, che a una vittoria di Pd & Co, proprio perché Proietti non ha fatto nulla di trascendentale in questa campagna elettorale. Piuttosto Tesei ha pagato lo scontento su alcuni temi come la sanità, l’ipotesi di realizzare un termovalorizzatore, non aver saputo comunicare le cose buone realizzate in cinque anni. E il risultato umbro assume diversi significati. Intanto che la parentesi del centrodestra in questa regione pare tramontata: è durata solo 5 anni per la Regione e per Terni e 10 per Perugia grazie a un sindaco giovane e di stampo civico. Il potere, insomma, torna nelle mani della sinistra che lo deteneva ininterrottamente dal 1970. L’esito delle urne inoltre non affossa il campo largo: questo infatti era un test, a livello nazionale, per misurare lo stato di salute del centrosinistra. E la risposta è arrivata netta e non tronca le velleità di Elly Schlein di continuare a lavorare su questo fronte. La segretaria si è battuta con forza qui in Umbria e il suo partito ha fatto il pienone in Consiglio: 9 i consiglieri conquistati (forse 10) su 20 totali con gli altri (M5S, Avs e la Civica di Proietti) che portano a casa un consigliere ciascuno. Nell’opposizione tre vanno a FdI, 2 a FI, uno alla Lega e alla Civica Tesei.
Accennavamo alla sanità: l’ex presidente ha perso quello che era un referendum a tutti gli effetti. I pochi umbri che sono andati alle urne (il 52%, il minimo per una consultazione elettorale in questa regione) hanno deciso di non darle un’altra chance. La governatrice non li ha convinti, non ha avuto il mandato per continuare a raddrizzare le cose nelle Asl e negli ospedali. Il motivo principale della sua sconfitta è questo e nella narrazione che è emersa in questi anni della sanità umbra, narrazione che in nessun modo il centrodestra è riuscito a sovvertire, neanche con lo "sbarco" dei leader nazionali.
Ma guardando ai voti ha pesato certamente (in negativo) l’alleanza con il sindaco Stefano Bandecchi: l’intesa del centrodestra con il primo cittadino ‘trumpiano’ non ha convinto l’elettorato del centrodestra, soprattutto quello ternano. I flussi oggi ci diranno meglio, ma la sensazione netta è che il popolo di Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega non abbia risposto all’appello e abbia deciso di non recarsi alle urne, bocciando quell’intesa.