Roma, 9 ottobre 2014 - "Voglio dire che è vero, alla fine i colpi l'ho esplosi io ma senza mirare. Ero pieno di sangue dappertutto. Mi stavano ammazzando punto e basta". E' un passaggio della lettera che Daniele De Santis ha inviato nei giorni scorsi ai pm della procura di Roma. Accusato di aver sparato a Ciro Esposito, il 3 maggio scorso nelle ore precedenti la finale di Coppa Italia tra Napoli e Fiorentina, De Santis aveva sempre sostenuto di non avere esploso colpi. Ma, dopo la missiva ai magistrati Eugenio Albamonte e Antonino Di Maio, oggi De Santis ha deciso di avvalersi della facoltà di non rispondere. 'Gastone' (così si fa chiamare l'ultrà giallorosso) ha fatto alcune dichiarazioni spontanee ribadendo quanto scritto nella lettera e ha motivato la decisione di non rispondere alle domande dei magistrati sostenendo di "non essere pronto psicologicamente e fisicamente" anche a causa delle ferite riportate alla gamba nel corso della rissa.
Nella missiva di due pagine resa pubblica per "fare chiarezza", si ricostruisce quanto avvenuto nel prepartita. "Mi hanno rincorso in trenta o forse di più - si legge - e ho provato a scappare e già di spalle mi hanno preso a bastonate, mi hanno dato le prime tre coltellate e poi le bastonate". L'ultrà romanista afferma di "aver provato a chiudere il primo cancello (del vialetto per accedere al circolo sportivo dove viveva, ndr) ma non ci sono riuscito e mi sono rotto la gamba sotto il cancello", precisando che poi gli aggressori "hanno continuato comunque".
"Sono davvero disperato per quello che è successo e mi porto dentro tutto il dolore per la morte di Esposito Ciro, scrive De Santis ai pm romani. "Non volevo uccidere proprio nessuno però purtroppo alla fine un ragazzo è morto". Una frase che ha suscitato la reazione della madre del tifoso partenopeo, morto dopo un'agonia di 50 giorni in ospedale: "De Santis dice che è disperato per la morte di Ciro? Mi fa piacere, significa che allora ha una coscienza", ha detto Antonella Leardi.
In riferimento ai concitati minuti in cui Esposito è stato colpito, l'ultrà precisa: "Non ho tirato nessun "bombone" solo un fumogeno". "Sono uscito dalla Boreale (un circolo sportivo ndr) dove vivo per chiudere il cancello perché si sentiva un casino di bomboni e fumogeni e dentro stavano giocando i ragazzi. Non ho tirato nessuna bombone, quando sono uscito ho solo raccolto un fumogeno che stava per terra e l'ho tirato e ho strillato al conducente del pullman di levarsi da là quando ho visto che c'erano già casini".
Poi, un appello agli inquirenti: "Spero che continuerete le indagini perché quello che ho detto è la verità". E il timore: "Tutte le mie parole su quello che è successo veramente in quei momenti potrebbero essere usate per far crescere odio fin quando non si scatena qualche pazzo"."Hanno detto che volevo aggredire donne e bambini, mai fatto in vita mia. Mi stanno mettendo contro un'intera città (Napoli ndr) come una guerra", "ho paura per me e per i miei familiari".