Venerdì 27 Dicembre 2024
NICOLA PALMA
Cronaca

Ucciso per le cuffiette da 15 euro. Il killer: a casa confessai il delitto: "Poi il padre lo portò alla stazione"

Il 19enne oggi dal gip. Il giorno dopo la tragedia il genitore lo accompagnò a prendere il bus per la Francia. Lo smartphone della vittima è bloccato, nel vocale (non inviato) alla fidanzata le urla dell’agguato.

Il 19enne oggi dal gip. Il giorno dopo la tragedia il genitore lo accompagnò a prendere il bus per la Francia. Lo smartphone della vittima è bloccato, nel vocale (non inviato) alla fidanzata le urla dell’agguato.

Il 19enne oggi dal gip. Il giorno dopo la tragedia il genitore lo accompagnò a prendere il bus per la Francia. Lo smartphone della vittima è bloccato, nel vocale (non inviato) alla fidanzata le urla dell’agguato.

Il telefono di Manuel Mastrapasqua non è stato ancora analizzato dai carabinieri: manca il codice di sicurezza che neppure la fidanzata conosce. Quando i militari riusciranno a sbloccarlo e a visionare i contenuti delle chat, potrebbero trovarci il vocale mai inviato che il trentunenne stava registrando nel momento in cui Daniele Rezza gli ha sferrato un unico fendente letale al torace per strappargli dal collo un paio di cuffie da 14,90 euro. E in """quell’audio potrebbero esserci la frase "Dammi qualcosa?" pronunciata dal diciannovenne e le successive concitatissime fasi che hanno portato all’aggressione mortale in viale Romagna a Rozzano. Al pm Maria Letizia Mocciaro, che coordina le indagini degli specialisti della Omicidi guidati dal colonnello Antonio Coppola, Rezza, che aveva un impiego saltuario come commesso nello stesso supermercato dove lavora il padre, ha spiegato di essere uscito di casa alle 2.40 di venerdì perché "nervoso" e di essersi portato dietro la lama perché "Rozzano è pericolosa".

Le telecamere ne hanno in parte seguito gli spostamenti: alle 2.45 è stato ripreso in via Trento, il suo luogo di residenza, col coltello prima nella mano destra e poi nascosto nei pantaloni; nove minuti dopo, eccolo in viale Romagna. Lo stradone che negli stessi minuti sta percorrendo in direzione opposta Mastrapasqua, ormai a poche centinaia di metri da casa dopo aver attraversato mezza Milano in tram a fine turno: non sa che sta andando incontro al suo assassino, che tra le 2.56 e le 2.57 gli si para davanti e lo uccide. Alla scena assistono due uomini in scooter, ma non intervengono: forse sono vedette della vicina piazza di spaccio, di ronda per intercettare ospiti indesiderati; gli investigatori li stanno cercando. Alle 2.58, due carabinieri in pattuglia notano il corpo a terra e chiamano i soccorsi; dell’aggressore non c’è traccia, verrà ripreso alle 3.16 mentre sta tornando nello stabile in cui abita con i genitori dopo essersi disfatto del coltello (non ancora ritrovato). Incrocia il padre, ma non gli dice nulla, salvo confidarsi la mattina dopo: i suoi faticano a credergli, anche perché pare che Daniele – coinvolto da minorenne nel furto di un motorino e da maggiorenne in una tentata rapina sui Navigli – non fosse nuovo ad azzuffarsi in giro (la sera prima avrebbe detto di "aver fatto a botte con alcuni nigeriani"). Quando, però, si diffonde la notizia della morte di Mastrapasqua, papà e mamma comprendono l’estrema gravità della situazione. Nel frattempo, Daniele ha già estratto la sim dallo smartphone per sostituirla con un’altra "pulita".

Sabato mattina, è il padre ad accompagnarlo alla stazione di Pieve Emanuele per farlo salire su un autobus sostitutivo diretto in Piemonte: il ragazzo vuole arrivare a Torino e da lì prendere un Flixbus in partenza per la Francia. Basta un controllo casuale della Polfer a farlo crollare ad Alessandria: "Ho fatto una cazz., ho ucciso una persona". Il dettaglio delle cuffie accende la lampadina: è l’assassino di Rozzano. Ai magistrati dirà: "Era rimasto in piedi, non ho visto sangue, non pensavo di averlo ucciso", nonostante il referto parli di decesso per choc emorragico. Preso in consegna dai carabinieri, Rezza viene portato nella zona dell’omicidio a caccia della lama e poi a casa: la tuta è stesa ad asciugare, fresca di bucato; e, "dopo diversi inviti", il padre accompagna i militari al cestino della spazzatura dove ha gettato la refurtiva. Stamattina alle 10.30 Rezza sarà interrogato a San Vittore dal gip Domenico Santoro, assistito dall’avvocato Maurizio Ferrari. Che non esclude di avanzare in futuro una richiesta di perizia psichiatrica.