Lunedì 30 Dicembre 2024
REDAZIONE CRONACA

Ucciso con un pugno. Arrestato un 20enne a tre mesi dall’omicidio: "Lo colpì per uno sguardo"

Indagati in 13 tra amici e parenti del ragazzo: "L’hanno coperto". Fuggito dopo l’episodio al bar, l’aggressore si era costituito qualche ora dopo. In caserma coi parenti aveva fornito una versione diversa da quella dei testimoni.

Uno sguardo di troppo rivolto alla sua fidanzata mentre passava davanti ai tavolini del bar. O forse soltanto un banale equivoco. Sarebbe stata questa l’assurda scintilla di gelosia che la mattina di domenica 6 agosto scorso, in centro ad Altopascio, accese la furia omicida del giovane che sferrò un micidiale pugno al pensionato 75enne Luigi Pulcini, davanti agli sbigottiti clienti del bar. L’uomo cadde rovinosamente a terra all’indietro, battendo la testa sul marciapiede e finendo in coma. L’anziano, commerciante originario di Montemurlo e residente a Roma, in vacanza in quel periodo a Spianate di Altopascio, morirà in ospedale dopo dieci giorni di agonia, senza mai poter riabbracciare la moglie Sandra Baldi che quella mattina lo attendeva a casa.

Per quel tragico episodio i carabinieri di Lucca e Altopascio hanno arrestato adesso Richard Balestra, 20 anni compiuti proprio ieri, con la pesante accusa di omicidio preterintenzionale aggravato da futili motivi. Il giovane si trova ai domiciliari con braccialetto elettronico, nell’abitazione di Altopascio.

Retroscena singolare. Il ragazzo alcune ore dopo l’aggressione, quando la sua Fiat 500 azzurra ripresa dalle telecamere di sicurezza era stata ormai individuata dai carabinieri e il pensionato era ancora vivo, si presentò in caserma ammettendo di essere stato lui a colpire l’anziano, ma fornendo molti elementi contraddittori e una ricostruzione dei fatti che sembrava fatta ad arte per coprire qualcun altro. Quando poi Luigi Pulcini morì, secondo i carabinieri, familiari e amici fornirono poi testimonianze confuse e reticenti per depistare le indagini: 13 persone sono ora nei guai per favoreggiamento.

Ci sono voluti quasi tre mesi di pazienti accertamenti per fare luce in mezzo a quel polverone di testimonianze ed elementi contraddittori, dipanando la matassa e isolando i necessari elementi probatori a carico del presunto responsabile. La perizia del medico legale ha nel frattempo stabilito che il pensionato era morto per le fatali lesioni craniche dovute alla rovinosa caduta, provocata dall’unico violentissimo pugno sferratogli al volto dal giovane mentre gli gridava: "Ma cosa c... hai da guardare?". Da qui la contestazione di omicidio preterintenzionale da parte del pm Elena Leone e la misura degli arresti domiciliari con braccialetto elettronico stabilita dal gip, anche in considerazione del fatto che il ventenne è incensurato.

Turbata e in preda a emozioni contrastanti la vedova Sandra Baldi, originaria di Spianate, che nel frattempo è tornata a vivere a Roma, lontano dal teatro della tragedia. "Sinceramente – confida al telefono – non mi aspettavo questa notizia proprio nella giornata in cui si commemorano i defunti. Il mio stato d’animo è combattuto, provo sensazioni controverse".

"Ho sempre detto di avere fiducia nella giustizia – sottolinea con la voce rotta dall’emozione – e così è adesso. Sono trascorsi 87 giorni da quella tragica mattina che purtroppo mi appare ogni giorno nella mente e qualcuno ormai non ci sperava più. Invece, evidentemente le forze dell’ordine hanno lavorato in maniera proficua e sembra che ci sia il risultato tanto atteso. Non comprendo molto la dinamica delle indagini – aggiunge –, ma la cosa fondamentale è che sia stata fatta giustizia. So anche che Luigi non me lo renderà più nessuno. Questo è un fardello che dovrò sopportare per sempre".

"Cosa direi a questo ragazzo, se dovessi incontrarlo? Meglio che non succeda – singhiozza Sandra Baldi –, forse perderei il controllo. Non è possibile morire così, per il nulla assoluto. Uno sguardo? Un apprezzamento? Ma quando mai? Non riesco ad accettare che nel 2023 un tizio sferri un pugno mortale a qualcuno che forse ha guardato la sua ragazza. È questo che è duro da accettare. Un fatto futile trasformato in tragedia".

Paolo Pacini

Massimo Stefanini