C’è una storia di disagio psichico, problemi economici e una separazione difficile dietro l’omicidio di Chiara, la 13enne di Silì, una frazione di Oristano, uccisa a coltellate dalla madre, e forse anche strangolata, sabato scorso nella casa dove le due abitavano. La donna, Monica Vinci, di 52 anni, ha poi tentato il suicidio lanciandosi dalla finestra, ma si è salvata: è ora ricoverata, fuori pericolo, nel reparto di Psichiatria dell’ospedale Santissima Annunziata di Sassari. Per lei è scattata l’accusa di omicidio volontario.
L’ex marito Piero Carta, 53 anni, agente della Polizia locale di Oristano, a breve avrebbe presentato una nuova stanza di affidamento della figlia, che i giudici avevano assegnato alla madre. "Eravamo consapevoli dello stato di disagio della donna e già nel 2015, dopo il suo ricovero per problemi psichici, avevamo presentato istanza perché venisse dichiarata incapace di intendere e di volere, ma l’istanza è stata rigettata perché la donna ha presentato un certificato medico che la dichiarava idonea", racconta l’avvocato Filippo Cogotti, che tutela il padre della giovanissima vittima.