Fermo, 12 aprile 2024 – “L’ha uccisa perché voleva annullarla". Per la procura è un femminicidio quello di Auriane Nathalie Laisne, la 22enne francese, trovata morta in una chiesetta diroccata sulle montagne della Valle d’ Aosta. "Determinato da motivi di possesso e di annullamento della volontà della vittima. Non si è trattato di raptus, di gelosia o di passione. È essenzialmente un omicidio tipico di una manifestazione di potere nei confronti della ragazza", ha sottolineato il procuratore capo di Aosta, Luca Ceccanti, per chiarire le circostanze di quanto accaduto tra il 26 e il 27 marzo scorsi sopra La Salle. "Gravemente indiziato" del delitto è un ventunenne, Teima Sohaib, nato a Fermo, da padre egiziano e madre marocchina.
"Sono di sperata, sconcertata e totalmente incredula". Sono le prime parole di Atika, madre di Sohaib, arrestato per l’omicidio della giovane di Saint-Priest, cittadina dell’area metropolitana di Lione. "Conosco mio figlio – spiega in lacrime – non ha mai dato problemi: mai un richiamo, mai una lite. Con la sua ragazza Nathalie era venuto trovarmi l’anno scorso a febbraio. Erano rimasti quattro mesi a casa mia. Lei l’ho accolta come una figlia. L’ultima volta che è venuto a Fermo è stato poche settimane fa, poi il 24 marzo siamo partiti insieme in treno per tornare a Grenoble, dove alloggia per gli studi universitari. L’ho salutato e sono ripartita per il ritorno a casa".
Anche il dentista dove per due anni ha effettuato il tirocinio lo ricorda come un ragazzo per bene e serio: "Un giovane volenteroso, educato, gentile e molto preparato". Sohaib, che ha tre cittadinanze, italiana, egiziana e marocchina, ha frequentato l’istituto professionale di odontotecnica a San Benedetto del Tronto, per poi trasferirsi in un convitto di Grenoble, in Francia, per studiare odontoiatria.
La madre – che vive a Fermo, come il padre del ragazzo da cui è separata – non lo sentiva dal giorno dopo averlo riaccompagnato in convitto. Anche gli amici fermani del ragazzo sono increduli perché, nonostante una storia familiare difficile, il 21enne non aveva mai sgarrato, non aveva precedenti penali, ed era considerato da tutti un bravo ragazzo. Nel 2009 era stato rapito dal padre insieme al fratello più piccolo e condotto in Egitto. Dopo un grande lavoro diplomatico della polizia il genitore e i figli avevano fatto rientro in Italia. Madre e padre si erano riappacificati ed erano nati altri due figli. Poi la nuova separazione.
Al momento restano i fatti e gli indizi che conducono sulle tracce del 21enne fermano. La svolta delle indagini ha portato all’arresto di Sohaib, sospettato di avere ucciso la ragazza a coltellate. A inchiodarlo alcuni testimoni, che lo avrebbero visto insieme alla vittima in Val D’Aosta, nella zona di La Salle, nei pressi del villaggio abbandonato di Equilivaz dove si trova l’ex chiesetta teatro dell’omicidio. Anche alcune immagini dei sistemi di videosorveglianza della zona avrebbero immortalato la coppia in quei luoghi. I due stavano facendo ‘urbex’, una forma di turismo, molto in voga tra i giovani, che consiste nella ricerca di borghi abbandonati, e in esplorazioni urbane per avventurarsi in strutture ed edifici in rovina.
Cosa sia accaduto è tutto da ricostruire. Ultimamente c’erano stati degli screzi tra i due: lei aveva denunciato il ragazzo per maltrattamenti verbali e lui a sua volta aveva denunciato la vittima per la sottrazione di un telefonino.
I risultati dell’autopsia lasciano pochi dubbi: la 22enne è stata colpita frontalmente al collo e all’addome con un coltello. È escluso che si sia auto-provocata le ferite. Il decesso, che risale ai giorni a cavallo tra marzo e aprile, è stato causato da un’emorragia: Nathalie è morta dissanguata.