Sabato 19 Ottobre 2024

Uccide la moglie e si spara. Aveva il ‘braccialetto’ e lei lo aveva denunciato

L’ex agente della penitenziaria ha sorpreso la 54enne fuori dal supermercato. Il dispositivo ha lanciato l’sos, ma i carabinieri non sono arrivati in tempo. .

Uccide la moglie e si spara. Aveva il ‘braccialetto’ e lei lo aveva denunciato

L’ex agente della penitenziaria ha sorpreso la 54enne fuori dal supermercato. Il dispositivo ha lanciato l’sos, ma i carabinieri non sono arrivati in tempo. .

SAN SEVERO (Foggia)

Non sono bastati grappoli di denunce, non è servito il braccialetto elettronico. Un altro femminicidio si è consumato ieri mattina a San Severo (Foggia) quando Mario Furio, agente di polizia penitenziaria in pensione di 59 anni, ha sparato alla moglie, Celeste Palmieri, 54 anni, per poi rivolgere la pistola contro se stesso. La tragedia nel parcheggio del supermercato, affollato di clienti e lavoratori. La donna, colpita alla testa da più proiettili, è spirata al policlinico Riuniti di Foggia, mentre l’uomo è deceduto nell’auto con la quale si era allontanato. L’episodio ha riportato alla ribalta il tema della scarsa efficacia del braccialetto elettronico.

Furio, che non si rassegnava alla separazione dalla moglie era stato, infatti, denunciato più volte dalla moglie per comportamenti minacciosi e vessatori. Dopo gli esposti, gli era stato imposto il divieto di avvicinamento con l’utilizzo del braccialetto anti stalking. Gli investigatori hanno accertato che, quando l’ex agente si è avvicinato al supermercato, dove la moglie stava facendo la spesa, il suo braccialetto si è attivato mandando il segnale di allarme ai carabinieri che hanno subito chiamato la donna e inviato una pattuglia. Non si sarebbe attivato, invece, l’allarme di Celeste che, contattata dai militari, ha detto di avere visto il marito uscire dal market, ma di non avere sentito alcun segnale dal suo apparato elettronico. I soccorsi sono arrivati in ritardo, quando la tragedia si era già consumata. Testimoni sul posto hanno riferito di aver udito diversi spari e assistito a una scena orribile: la donna giaceva tra due auto parcheggiate, mentre Furio, dopo l’aggressione, è rientrato nella sua vettura per poi uccidersi. "Ho sentito dei colpi, tanti. Poi le urla. Mi sono precipitato fuori e poi ho visto la donna in un lago di sangue", ha raccontato un commerciante.

L’assessore alle Politiche sociali di San Severo, Bruno Savino, ha sottolineato che Celeste aveva già incontrato il primo ottobre i servizi sociali locali e le era stata offerta la possibilità di trasferirsi in un luogo sicuro coi suoi 5 figli, un’opzione che purtroppo aveva deciso di non accettare. L’ennesimo femminicidio mette sotto accusa l’uso del braccialetto elettronico come strumento per proteggere le vittime di violenza domestica. In teoria, il dispositivo dovrebbe monitorare in tempo reale gli spostamenti di chi lo indossa e inviare un alert alle forze dell’ordine in caso di violazione del divieto di avvicinamento. Ma in pratica, ci sono stati diversi casi in cui il sistema non ha funzionato o l’intervento è arrivato in ritardo. Il 24 settembre era successo qualcosa di analogo a Torino. Una donna di 34 anni fu mortalmente accoltellata dal marito da cui si era separata, davanti ai figli. L’assassino aveva il braccialetto elettronico dopo la denuncia della donna. Da agosto era stato disposto il divieto di avvicinamento. Il dispositivo anti violenza però non funzionò, non è ancora chiaro per quale motivo.

Nino Femiani