Roma, 12 ottobre 2020 - I rider "pagati a cottimo 3 euro a consegna", "derubati" delle mance e "puniti". Così si legge nell'avviso di chiusura delle indagini, portate avanti dal pm di Milano Paolo Storari, per caporalato - ovvero forma illegale di reclutamento - sui rider per le consegne di cibo a domicilio e reati fiscali, indagini che, il 29 maggio scorso, avevano portato il Tribunale a disporre, il commissariamento di Uber Italy, filiale del colosso americano. Un provvedimento mai preso prima nei confronti di una piattaforma di delivery.
Tra i 10 indagati figura Gloria Bresciani, in qualità di manager di Uber Italy. E' "un sistema per disperati" quello messo in piedi da Uber Italy per la consegna a domicilio di cibo, attraverso il servizio rider di UberEats. E' la definizione che ne da' Bresciani nella conversazione intercettata dagli inquirenti a febbraio 2019 e riportata nell'avviso di chiusura indagini. "Ti prego, davanti a un esterno non devi dire mai più 'abbiamo creato un sistema per disperati'. Anche se lo pensi, i panni sporchi vanno lavati in casa e non fuori", afferma Bresciani in un passaggio del colloquio. In un'altra conversazione, intercetta nel dicembre 2019, l'interlocutore domanda: "Gio vuoi dire che non gli hanno dato le mance?". E lei risponde: "Nuova metodologia". Dialoghi che, secondo i pm, dimostrano che i rider addetti al servizio Uber Eats erano sottoposti a "condizioni di lavoro degradanti" e costretti a "un regime di sopraffazione retributivo e trattamentale".
Stralciata quindi la posizione di Uber Italy, indagata per la legge sulla responsabilità amministrativa, che il 22 ottobre dovrà affrontare un'udienza alla Sezione misure di prevenzione.