Domenica 22 Dicembre 2024
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Twitter: il Papa, Beyonce e Trump hanno perso la spunta blu. Dal social a Tesla, tutti i tormenti di Musk

Eliminato il flag a chi non ha pagato 84 dollari l’anno per mantenerlo. Secondo il nuovo proprietario il metodo aiuterà a smascherare i profili falsi. Ma piovono le critiche

Roma, 21 aprile 2023 – Non paghi? E allora Twitter ti toglie la spunta blu, sia che tu ti chiami Mario Rossi o Papa Francesco. Non vale nemmeno essere Beyonce o Donald Trump. Addirittura Jack Dorsey, il fondatore di Twitter, ha perso la spunta, perché il social ha cominciato a eliminare il flag blu che appare sugli account verificati per gli utenti che non hanno sottoscritto il servizio a pagamento da 84 dollari l'anno per mantenerla. Ne ha fatto le spese il Papa, che ha oltre 18,8 milioni di follower, ma anche Kim Kardashian, Beyonce, Bill Gates, Donald Trump. Via la spunta blu anche da una serie di account governativi americani, che non hanno ancora ottenuto la spunta grigia che caratterizzerà gli account delle amministrazioni pubbliche nella nuova Twitter di Elon Musk.

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L'account del Papa su Twitter ha perso la spunta blu
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Salvo, per il momento, il profilo della Casa Bianca, che comunque aveva annunciato di non avere intenzione di pagare gli 84 dollari l'anno per iscriversi al programma 'Twitter blu’. 

Nel mondo religioso, mentre Papa Bergoglio dovà mettere mano alla carta di credito, il Dalai Lama ha mantenuto la sua spunta blu. L'hanno persa, invece, il patriarca di Mosca Kirill e il leader supremo iraniano Khamenei.

Dalla sua creazione nel 2009, la spunta blu è diventata un elemento distintivo che ha aiutato la piattaforma a diventare un forum affidabile per i giornalisti e gli attivisti. Ma il nuovo proprietario del social media ha rivendicato che il metodo aiuterà a smascherare i profili falsi. "Si possono facilmente creare 10.000 o 100.000 account Twitter falsi utilizzando un solo computer da casa e l'intelligenza artificiale. Questo è il motivo per cui bisogna stringere le maglie della certificazione e fare in modo che per ottenere la spunta blu servano un numero telefonico verificato e una carta di credito. La mia previsione è che qualsiasi cosiddetto social network che non lo faccia fallirà”, ha decretato il milionario patron di Tesla alla scadenza dell'ultimatum. 

Tutti i tormenti di Musk

Ma per il miliardario-visionario gli ultimi mesi sono stati particolarmente difficili, soprattutto per la pioggia di critiche che lo ha travolto dall'acquisizione di Twitter. Un investimento, quello sul social, che ha pesato anche su Tesla innervosendo Wall Street. Proprio in Borsa il colosso delle auto elettriche è in forte calo in seguito a una trimestrale che ha evidenziato un calo degli utili a causa dell'aggressiva politica di taglio dei prezzi cavalcata da Musk. Il primo trimestre si è chiuso per Tesla con un utile in calo a 2,5 miliardi di dollari su ricavi in aumento del 24% a 23,3 miliardi. Il margine operativo è sceso all'11,4% dal 19,2% dei primi tre mesi del 2022. "Abbiamo deciso che spingere su volumi maggiori è la scelta giusta rispetto a volumi più bassi e margini più alti”, ha spiegato Musk mostrandosi aperto a mettere sotto ulteriore pressione l'utile pur di rafforzare la domanda. Le riduzioni dei prezzi decise - due in un solo mese negli Stati Uniti - hanno spinto le vendite e ora gli ordini “superano la produzione”, ha osservato il miliardario senza però riuscire del tutto a convincere gli investitori sull'adeguatezza delle sue decisioni. Pur se in rallentamento Tesla, comunque, continua a macinare utili a differenza di Twitter, per la quale la strada appare ancora in salita. L'addio di Npr e Pbs al social dopo un'etichettatura a loro avviso sbagliata - ovvero quella di media finanziati dal governo - conferma come per Musk il cammino è ancora lungo per conquistare la fiducia del suo pubblico e di organizzazioni di primo piano. Lo stesso vale per la pubblicità: molti gruppi hanno rallentato le loro campagne sulla piattaforma preoccupate dalla filosofia di Musk sulla libertà di parola a tutti i costi. Non contento del suo già vasto impero il miliardario si è lanciato in una nuova avventura, quella dell'intelligenza artificiale con la quale aspira a creare una TruthGPT. ovvero un'IA che “faccia più bene che male” rispetto soprattutto alle versioni al momento disponibili. Una mossa controversa e vista con sospetto da molti nel settore, visto che solo poche settimane fa Musk aveva firmato una lettera aperta chiedendo una pausa di sei mesi nello sviluppo dei sistemi di intelligenza artificiale avanzata così da poter definire regole comuni.